Dove: via Sora 33, Roma
Website: wisdomlessclub.com
Non ci sono molti posti nel centro di Roma da scoprire per caso, soprattutto tra Piazza Navona e i suoi dintorni. Al flâneur che passeggia nelle strette viuzze, in cui dilagano trappole per turisti o franchising di locali uguali in tutto il mondo, può però capitare di imbattersi nel Wisdomless Club.
Un club per gentiluomini
Aperto nel 2018, oggi il Wisdomless è guidato da due ragazzi “senza giudizio” (ne è simbolo, infatti, un ironico dente), i fratelli Francesco e Vincenzo Simone Saitta, e si contraddistingue per essere uno spazio libero, nato e creato dal gusto personale dei proprietari, che lo hanno immaginato come il loro salotto privato.
Situato in quella che era la foresteria di Palazzo Boncompagni Duchi di Sora, il locale non ha entrate monumentali e si affaccia discretamente su un vicolo che incrocia Via del Governo Vecchio, senza farsi troppo notare dall’esterno, così come vuole il principio della sprezzatura. In questo modo lo stupore per chi entra è ancora più grande, ritrovandosi all’improvviso in un bellissimo ambiente retrò, circondato da boiserie, poltrone e divani chesterfield, tappeti, luci soffuse e animali impagliati.
Quando i proprietari aprirono il locale lo trasformarono radicalmente, partendo dal precedente studio di architettura, di cui hanno lasciato qualche accento industrial, ma immaginando un luogo diverso da tutto quello che si può trovare al centro di Roma. Il concetto è quello inglese di un club per gentiluomini, un luogo d’incontro che non sia soltanto un cocktail bar ma anche un ritrovo di elezione. Per questo, al contrario di tanti speakeasy dove uno pseudo elitarismo viene garantito da una parola d’ordine, l’accesso a questo luogo è concesso a tutti, aperto a tutta la possibile varietà degli incontri umani, dai prelati ai ragazzi tatuati, dagli avventori ai clienti abituali, dai turisti ai romani.
Tra un cocktail bar e una camera delle meraviglie
Un grazioso giardino interno dona luminosità a tutto l’ambiente: se di sera il Wisdomless è un cocktail bar in piena regola, con una lista di drink che omaggia i grandi esploratori, personaggi letterari e scrittori, di giorno invece è un tattoo parlour. Lo spazio dedicato al tatuaggio, che ospita tatuatori di livello internazionale, è sicuramente la parte più moderna del club, ma non del tutto priva di una radice antica: era uso tra i pellegrini cristiani in visita a Gerusalemme farsi tatuare un ricordo, attestazione del lungo viaggio compiuto, oppure nel 1800 tra i marinai alla vigilia di una lunga traversata, come simbolo di buon auspicio per proteggersi dalle sfortune.
E’ il viaggio, infatti, vero o potenziale, reale o immaginario, nello spazio o nel tempo, il tema a cui rimandano tanti dettagli sparsi per il locale: sopra il bancone è appesa la polena di una nave e altrove si possono vedere oblò provenienti dalla cambusa di una nave russa, poi ancora armi orientali e tassidermie esotiche, come un’antilope africana e un cobra di foresta, all’interno di una teca barocca portoghese.
L’atmosfera è quella di un sottomarino senonché, dietro la teca scorrevole di una libreria, è nascosta una piccola stanza segreta: un cabinet de curiosité dalle pareti blu polvere con oggetti strani e meravigliosi provenienti da tutto il mondo. Ci sono stelle marine, conchiglie, dipinti di battaglie, memento mori, un canguro degli anni ’40, un rostro di pesce spada, una scimmia dalla coda prensile, una collezione di pipe in argilla (clay pipe), tipiche dei marinai del nord Europa e un piccolo mobile bar che contiene sigari e spirits a tiratura limitata: si tratta del privé di Wisdomless, in cui il personale può essere chiamato tramite un telecomando.
Il viaggio
Scendendo al piano di sotto si scopre un ambiente ancora diverso: le pareti blu savoia sono cosparse da oggetti provenienti dal mondo dello sport, ma sempre d’antan: cimeli, foto, locandine e attrezzi vintage che vanno dalla scherma alla caccia, dallo sci al polo. Oltre al pianoforte e a un orso bruno americano di oltre due metri, in una piccola vetrina uno dei proprietari ha raccolto, in quella che potrebbe definirsi una wunderkammer del mare, varie memorabilia del mondo della nautica: oltre a strumenti tecnici e di misurazione come bussole, sestanti, ottanti e compassi, ci sono foto e materiale pubblicitario dei grandi transatlantici italiani da inizio ‘900 fino agli anni ’50 tra cui un piccolo vaso biansato in ceramica di Albisola, realizzato per la nave transatlantico Orazio della “Navigazione Generale Italiana“ intorno agli anni ’20. Appesi al lato due numi tutelari della navigazione: l’eroe di Lepanto Marcantonio Colonna e Andrea Doria; sul bancone invece un modellino in legno di un rimorchiatore degli anni ’60.
E’ tra le varie stanze di questo club che si compie il primo viaggio, tramite gli oggetti che evocano luoghi lontani o mondi passati: dalle esplorazioni marittime e quelle letterarie, da Colombo a Jules Verne, dal colonialismo all’antichità romana, dalla nautica all’esotismo, tutto si svolge all’interno di una stanza, proprio come in Voyage autour de ma chambre, di Xavier de Maistre. Il piacere della scoperta è interiore e precorre la voglia di viaggio, che diventa soprattutto un viaggio all’interno di sé, un Sentimental Journey. Questo e non altro è il club, punto di ritorno dopo le scorribande urbane o oceaniche, luogo in cui fermarsi prima di ripartire o dove poter incontrare viandanti da tutto il mondo, un viaggiare pur rimanendo fermi.
Grazie a Vincenzo Simone Saitta
SALOTTO:
GIARDINO INTERNO:
CABINET DE CURIOSITE’:
UFFICI: SALA DELLO SPORT: wunderkammer del mare