Casa degli Atellani è un luogo di grande raffinatezza nel cuore di Milano, può dirsi a tutti gli effetti una casa museo che vive a metà tra il rinascimento e il revival storicista. Due sono infatti i momenti importanti per quella che altro non era che un terreno coltivato a vigna ma che oggi è anche la Fondazione Portaluppi: il momento in cui fu regalata a Leonardo da Vinci da Ludovico il Moro nel 1498, dopo che l’artista dipinse il capolavoro dell’Ultima Cena nella chiesa di fronte, Santa Maria delle Grazie e il momento in cui fu ristrutturata dall’architetto Piero Portaluppi, negli anni ’20 del Novecento.
La storia
La vigna, all’epoca di Leonardo, misurava oltre un ettaro e il pittore vi era molto affezionato, così che alla sua morte la lasciò ad alcuni suoi allievi. Col passare dei secoli il terreno originario si ridusse fino al giardino adiacente alla casa e la vite originaria andò perduta. Sulla scia del revival neorinascimentale fu l’architetto Luca Beltrami, storico e appassionato di Leonardo che si era occupato del restauro di Santa Maria delle Grazie, a voler ricercare e poi individuare la posizione originaria del vigneto.
La sua storia più recente inizia negli anni ’20 del Novecento, quando la proprietà viene acquistata da Ettore Conti, senatore e figura di primo piano dell’imprenditoria elettrica italiana, presidente dell’AGIP e di Confindustria. Conti affida nel 1919 il restauro all’architetto, nonché suo genero, Piero Portaluppi il cui intervento risulterà decisivo per l’assetto generale della Casa. Portaluppi, di fatto, articola la sequenza degli spazi come quelli di una residenza alto borghese e crea una decorazione che fa dialogare gli elementi antichi superstiti con gli stilemi di epoche diverse, dal Quattrocento al Settecento, declinati senza molta attenzione filologica.
L’intervento più importante lo porta ad eliminare il muro che separa le due corti, una quattrocentesca e l’altra “bramantesca” del primo cinquecento, unendole grazie ad un nuovo atrio porticato, sotto il quale prevede l’ingresso all’appartamento. In fondo al primo cortile, vengono riportati alla luce affreschi probabilmente dipinti nel 1533 in occasione del matrimonio fra Francesco II Sforza e Cristina di Danimarca. Altre modifiche all’edificio sono apportate dall’architetto stesso nel dopoguerra, per rimediare alle distruzioni causate dai bombardamenti del 1943, alterando così le fasi storiche della struttura, secondo la sua tendenza a mescolare vero antico e falso storico.
Gli interni
Di grande impatto è la sala dello Zodiaco, citata in un documento del 1544, anche se non si conosce l’autore di questi affreschi. Prende il nome dai segni zodiacali dipinti nelle lunette, mentre sulla volta compaiono i carri dei pianeti e alle pareti una carta d’Italia, la Rosa dei venti e alcune figure che rappresentano le stagioni. Oltre a raffigurare i simboli zodiacali sulle lunette, presenta alternati ad altri affreschi una serie di motti in latino.
La Sala del Luini, così chiamata perché fu affrescata da Luini e allievi, presenta 12 medaglioni raffiguranti i ritratti di uomini e donne della famiglia degli Sforza a cui gli Atellani, originari proprietari della casa, erano molto fedeli. Nel 1902 questi ritratti sono stati acquistati dal Comune e trasferiti al museo del Castello Sforzesco, dove tuttora sono esposti. Gli affreschi che oggi si possono ammirare sono copie realizzate negli anni ’20.
Da qui si può uscire verso il Giardino delle Delizie, oppure si può accedere allo studio di Conti, sulla destra, o alla Sala dello Scalone, sulla sinistra. Questi ultimi due ambienti sono quelli che più hanno mantenuto un’aria di casa vissuta. Il salotto ha infatti libri, fotografie in cornice, piccole statuine da tavolo, così come potrebbero trovarsi in ogni salotto di buona famiglia. Il Salotto di Conti è invece la stanza più sontuosa della casa, completamente ricoperta di boiserie seicentesca di scuola valtellinese, compreso il soffitto, e riscaldata da un enorme camino con lo stemma di alleanza concepito per il matrimonio di Cristina di Danimarca e Francesco II Sforza.
Nel Giardino delle Delizie si trova la vigna di Leonardo o almeno quel che ne resta. E’ proprio sullo sfondo di questo giardino, luogo di cene e feste, che Matteo Bandello intreccia la trama delle sue famose novelle pubblicate nel 1554.
La Vigna di Leonardo
Corso Magenta 65 – 20123 MILANO
www.vignadileonardo.com
Info: it.latuaitalia.ru
Cortili:
Sala dello Zodiaco:
Sala del Luini:
Sala dello Scalone:
Studio di Ettore Conti:
Il giardino delle delizie: