Il viaggio nella Sicilia Orientale inizia a Catania, città variegata, non grandiosa come Palermo ma ancora piena di una certa sicilianità autentica, un magma ctonio vivo e pulsante come il suo mercato del pesce, cruenta quotidianità che si offre a catanesi e turisti. Magma è parola rivelatrice perché Catania è una città vulcanica, tutta una lenta salita verso l’alto, fino all’Etna. Quanto Siracusa è bianca, così Catania è nera, perché la pietra lavica usata nelle architetture rende tutto oscuro, con sentore di fumo.
Partendo dal basso si incontra Palazzo Biscari, che ti minaccia dal suo balcone con le finestre che brulicano di vita. Il palazzo è ancora di proprietà della famiglia ed è Ruggero Moncada e fare da guida, lui in persona narra la storia della sua casata, dispersa, allargata, tra matrimoni tra parenti, figli segreti, amanti e del suo palazzo, scampato alla distruzione quando gli inglesi lo scelsero come postazione di difesa per i cannoni durante la II guerra mondiale. E ora che la decadente dimora è aperta per la curiosità dei turisti, si visita senza orario, su accordo con i proprietari, ad un’offerta libera! Il salone da ballo è la sala più grandiosa, ricoperto di stucchi rococò sul soffitto e ritratti degli antenati sulle pareti. A seguire altre stanze più piccole e più moderne, ma nel corridoio laterale alla sala da ballo si trova una bizzarria unica la mondo: la scala a chiocciola fatta di stucco. Come un pasticcio di zucchero, solo in Sicilia si poteva immaginare di creare una scalinata come retta sulle nuvole, priva dei sostegni canonici dell’architettura, un capriccio che somiglia ad una pasticceria.
Bisogna salire invece per arrivare al Monastero dei Benedettini, enorme complesso dalla facciata decoratissima e che ora è la sede di lettere della Università di Catania, la più antica di Sicilia. Beati studenti che possono ammirare ogni giorno i due chiostri, di cui uno eclettico con una Kaffeaus neogotica e uno, più antico, chiamato “dei marmi”, con la fontana seicentesca; un giardino pieno di piante detto “dei Novizi” e la biblioteca adibita nell’antico refettorio. Le fondamenta si disperdono tra i mosaici di una domus romana, le antiche cucine e un pozzo di 35m e, giù ancora, si arriva a vedere la colata lavica del 1669. Poi la risalita, attraverso la scalinata in stucco e, dal balcone, finalmente si vede il mare.
Il mare è sempre negato alla vista in questa città, che pure è porto e nella quale approdarono i greci. L’antica Katane rivive nel teatro greco, ancora in parte integro e a cui si aggiungono quello romano e infine quello ottocentesco, dedicato a Vincenzo Bellini, sepolto nella Cattedrale di Sant’Agata. Si arriva così nella Catania più recente, tra i tanti dettagli liberty si distingue il palazzo delle poste, con i segni zodiacali. La via Etnea, oggi piena di negozi commerciali, è chiassosa ma appena si esce di poco ecco la spezieria Pavone, il cui proprietario Carmelo, che mi invita ad entrare, mi dice che non cambia gli arredi dagli anni ’40. Così come altri piccoli negozi dove la modernità non sembra entrata mai e tutto ancora è come 50 anni fa.
Castello Ursino: Calcedonio Reina (Catania 1843-1911), “Love and Death”, 1881 Natale Attanasio (Catania 1846- Roma 1923), study about “unt lacrimae rerum” Michele Rapisardi (Catania 1822- Firenze 1886), study for “I Vespri Siciliani, 1865Michele Rapisardi (Catania 1822- Firenze 1886), “Mad Ophelia’s head”, 1865 Pasquale Liotta (Catania 1850-1912), “The hashis effect”, 1875Pasquale Liotta (Catania 1850-1912), “Elisabeth I’s nightmare”
Palazzo Biscari: Cattedrale di Sant’Agata:
tomba di Vincenzo Bellini Università di Catania, ex Monastero dei Benedettini: Teatro greco:
Per le strade: Spezieria Pavone
Teatro Bellini palazzo delle poste Il mercato del pesce
Giardino Bellini Etna sullo sfondo
2 Commenti a “Viaggio nella Sicilia Orientale: Catania”
Bellissime foto di bellissimi luoghi poco conosciuti e notizie esaurienti. Nicola Gregorio
Grazie mille!