Dove: Piazzetta Antonio Pasqualino 5, Palermo
Orari: Dal lunedì al sabato, ore 9.30-13 e 14.30-19
Contatti: www.museodellemarionette.it
A Palermo, nel quartiere della Kalsa, stretto fra Piazza della Marina e il mare, esiste un museo che è un monumento di archeologia storica, il Museo internazionale delle Marionette.
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Il fondatore, Antonio Pasqualino
Antonio Pasqualino era un medico chirurgo e ricercatore scientifico di successo internazionale nato e vissuto a Palermo. Sin da piccolo sviluppò un’altra passione che lo accompagnò per tutta la vita, da quando all’età di tre anni ricevette il primo pupo siciliano, si dedicò ardentemente allo studio e al recupero della tradizione popolare siciliana. Così nel 1965 fondò l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari e dieci anni dopo prese vita il museo che dopo la sua morte ne porta il nome.
L’attività marionettistica dei pupari era stata fino agli anni 50 l’unica forma di animazione per immagini disponibile nonché un’occasione di svago accessibile alle più svariante classi della società. L’avvento della televisione sancì il declino di quest’arte tramandata oralmente dal 1800 e di questo tracollo Antonio si rese bruscamente conto facendo rientro a Palermo dopo un lungo soggiorno in America. I pupari chiudevano bottega svendendo tutti i materiali di scena e gli avventori del pubblico erano diventati gli spettatori di uno schermo.
Da questo momento la sua missione fu quella di salvare dall’oblio l’arte dei pupari recuperando in giro per tutta la Sicilia qualsiasi cosa potesse preservarne la memoria, dai copioni dei dialoghi agli strumenti usati durante le rappresentazioni, dalle macchine teatrali ai cartelloni. Il risultato di questa vera e propria operazione archeologica è l’enorme tesoro ora esposto nelle sale del museo.
La sede
Il percorso espositivo di snoda in tre sale principali e altre tre salette più piccole dove hanno preso posto gli elementi che non rientravano nel corpus principale della collezione. Infatti, la ricerca di Antonio col tempo si allargò a qualsiasi tipo di cultura marionettistica finendo per realizzare una collezione internazionale.
Due delle sale grandi erano rispettivamente il giardino d’inverno e la sala da ballo del vecchio Hotel de France. È bello pensare che anche la sede del museo nasce all’insegna del recupero e la salvaguardia del valore culturale cittadino. L’Hotel de France con i suoi saloni affrescati in stile liberty e i sontuosi giardini, d’estate e d’inverno, dall’inizio dell’Ottocento fino alla metà del Novecento è stato la passerella dell’élite internazionale a Palermo. Da Sigmund Freud a Edmondo De Amicis, da Nino Bixio a Maria Dustin, il soprano prediletto da Wagner, tutti soggiornavano qui.
Quando nel 1936 chiuse, l’immobile fu acquistato dall’Università degli Studi di Palermo che portò avanti un lungo lavoro di restauro per restituircelo così come lo vediamo oggi. Sottoposto a vincolo della Sovrintendenza dei Beni Culturali, l’edificio resiste come testimonianza di un passato che non è semplice fantasma di sé stesso ma artefice di un’eredità viva.
La collezione
La prima sala a cui si accede immediatamente salendo le scale dal primo piano, raccoglie i reperti più moderni e più ingombranti della collezione. Qui si potranno ammirare le scenografie di Renato Guttuso utilizzate nello spettacolo Foresta-radice-labirinto di Italo Calvino, regia di Roberto Andò (1987); le marionette e macchine sceniche realizzate dall’artista e regista polacco Tadeusz Kantor per lo spettacolo Macchina dell’amore e della morte (1987); e i pupazzi di Enrico Baj realizzati per lo spettacolo Le bleu-blanc-rouge et le Noir dell’Arc-en-terre di Massimo Schuster, oltre che la ricostruzione di un teatrino birmano.
La seconda sala è quella più vissuta del museo, essa ospita un vero e proprio teatro di marionette con tanto di palco e platea. Qui vengono organizzati spettacoli e intere rassegne da parte del Museo, coinvolgendo diversi interlocutori della realtà culturale cittadina, dalle scuole a studiosi di settore e appassionati provenienti da tutto il mondo. In accordo con lo staff si possono organizzare anche spettacoli su richiesta per eventi privati.
Sulle pareti inoltre sono schierati pupi sia palermitani che catanesi, entrambi i tipi hanno lo stesso sistema di movimentazione ovvero tramite due ferri, uno ancorato alla testa e l’altro al braccio destro, la differenza fra i due sta principalmente nella dimensione (i palermitani sono alti 80 cm contro il metro e venti dei catanesi) e dal fatto che quelli palermitani hanno il ginocchio articolato. Cambia anche la postura dei marionettisti, i pupi palermitani si manovrano dai lati del palcoscenico mentre i catanesi vengono manovrati dall’alto di un ponte dietro il fondale.
Andando avanti si entra nella terza sala grande che è la più suggestiva perché ricrea un’ambientazione da dietro le quinte. Le pareti sono dipinte di nero e la luce è solo artificiale, al centro due carrellate a doppia fila di pupi riempiono lo spazio mentre ogni parete ospita un piccolo palcoscenico popolato da vari personaggi.
Passeggiando fra le due schiere di pupi lo sguardo viene riempito da un’infilata di occhi, bocche e armature delle varie figure, tra cui non mancano diavoli, animali e personaggi fantastici.
Il repertorio da cui attingevano i marionettisti è quello cavalleresco delle Crociate e dei Paladini di Francia, per questo i pupi indossano nella maggior parte dei casi un’armatura. La struttura delle marionette si prestava particolarmente a mettere in scena vicende a tema bellico che risultavano veramente spettacolari se arricchite da opportuni effetti sonori riprodotti fuori dalla scena.
Attraverso piccoli corridoi dove trova posto una raccolta di burattini e qualche elemento del teatro di animazione africano, si trovano in successione le tre sale più piccole dedicate alle marionette ad acqua del Vietnam, a quelle giapponesi del Bunraku e l’ultima a quelle più recenti che strizzano l’occhio alla televisione ed è qui che infatti si possono riconoscere con più immediatezza le facce e le storie dei personaggi come Stanlio & Onllio e Greta Garbo.
Declino e eredità
Fa parte dell’esibizione anche qualche esemplare prodotto da Vittorio Podrecca, inventore delle marionette musicali ovvero marionette che inscenavano musical, gag, balletti e altro accompagnate da musiche e cantanti dal vivo. Questo esperimento teatrale, che riscosse molto successo anche a livello internazionale, si può idealmente identificare come il passaggio del testimone dello spettacolo d’animazione, dal teatro alla televisione. Vittorio Podrecca aggiorna il repertorio tradizionale incentrandolo sull’intrattenimento contemporaneo, quello del varietà e delle sale concerto. Ma proprio quando il teatro di animazione si avvicina al varietà per svecchiarsi un po’, il mondo del varietà e del cabaret viene pian piano inghiottito da quello della televisione, non lasciando alcuna occasione alle marionette per rimanere in scena. Nei programmi serali si replicano le ambientazioni leggere da cabaret e da cafè-chantant, con sciantose moderne e comici da teatro di rivista, è il trionfo del tubo catodico su ogni forma di spettacolarizzazione e la nascita dell’intrattenimento nazionalpopolare.
Festival Morgana
Il Museo internazionale delle Marionette oltre alla canonica attività museografica porta avanti sin dalla sua istituzione una rassegna di spettacoli marionettistici che richiama artisti e amatori da tutto il mondo. Il Festival Morgana è diventato col tempo un punto di riferimento per l’apprezzamento e la divulgazione di questo tipo di culture teatrali. Ogni autunno viene messo in sesto un programma che coinvolge le compagnie d’animazione siciliane e quelle di tutta Europa, favorendo in tal modo lo scambio culturale fra spettatori e studiosi di settore.
A questo punto ha senso affermare che la visione illuminata di un uomo cosmopolita come Antonio Pasqualino sul destino più ampio di una cultura tipicamente locale: è vero che la televisione ha annientato il teatro d’animazione ma il contatto con altri paesi ha permesso la salvaguardia di un tesoro locale che altrimenti sarebbe decaduto silenziosamente e magari oggi alcune delle marionette che sono amabilmente conservate nel museo, giacerebbero impolverate in qualche soffitta della provincia siciliana. Ma non è andata così.
FONTI:
museodellemarionette.it/
https://izi.travel/it/415b-antonio-pasqualino/it
IL MUSEO ANTONIO PASQUALINO: