Paris Mirabilia: Viaggio nell’insolito incanto
di Ivan Cenzi, foto di Carlo Vannini
Logos Edizioni, 2017.
web: bizzarrobazar.com
Chi è affascinato dalla stranezza ed è sempre alla ricerca di storie insolite, sarà almeno una volta capitato nel sito bizzarrobazar.com, il blog italiano più importante sul tema macabro-bizzaria-meraviglia e, a mio parere, anche uno dei migliori spazi virtuali italiani in assoluto. Curato e scritto da Ivan Cenzi, questo blog è pieno di storie interessanti, introvabili altrove e trattate sempre con la massima professionalità e competenza. Da qualche anno Ivan ha iniziato a pubblicare libri, raccogliendo e ampliando molti temi già presenti nel blog ma poi approfonditi, ideando varie collane, come quella dedicata agli ossari italiani. Questa guida di Parigi è la prima pubblicazione della collana dedicata alle città europee.
In collaborazione col fotografo Carlo Vannini, la piccola guida elenca 15 posti insoliti e poco conosciuti della capitale francese. Si possono trovare musei, come quello dedicato alla caccia (di cui avevo parlato qui) o quello che espone corpi scorticati, ai negozi dall’arredamento singolare come una libreria specializzata in testi di anatomia o ben tre negozi di tassidermia (altrettanto belli di Deyrolle ma non così famosi) e molti altri posti come antiquari, cimiteri e poi ancora “maghi e automi, strane botteghe stracolme di animali imbalsamati e meravigliose giostre dell’Ottocento”. Sono davvero posti poco conosciuti, tralasciati dalle grandi guide e difficili da trovare, con quel fascino fané che ci si aspetta di trovare sempre a Parigi e che questo libro racchiude veramente bene. Non resta che attendere il prossimo volume, che – lo rivelo in anteprima- sarà su Londra!
Potete vedere più foto qui: bizzarrobazar.com/paris-mirabilia oppure anche in questo video:
Perduto in Paradiso
Umberto Pasti
Bompiani, 2018
E’ difficile definire Umberto Pasti, scrittore, botanico, giornalista, esperto di arte islamica, viaggiatore.
Durante uno dei suoi viaggi, ormai più di 20 anni fa, si ritrova in un villaggio vicino Tangeri, in Marocco, e se ne innamora perdutamente. Senza farsi troppe domande decide di trasferirsi subito lì, a Rohuna, dove all’epoca non c’era nulla e con l’idea di creare un giardino. “Perché io, un borghese italiano, dovevo finire qui? A coltivare questo pezzo di terra?[…] cambiando tanto il mio modo di vivere, le mie abitudini?”. Il romanzo è il racconto della costruzione di questo giardino con tutte le difficoltà incontrate: in primis quelle naturali, come le condizioni climatiche dure e inospitali, tra il caldo torrido e il vento fortissimo, ma anche la mancanza di acqua, l’assenza di strade, la difficoltà di comunicare e poi quelle con gli abitanti del luogo: contadini poverissimi, diffidenti verso gli stranieri, che vivono di piccoli espedienti, analfabeti, ancora intrisi delle credenze islamiche più arcaiche. Il protagonista del libro, che si chiama come lo scrittore, non si ferma di fronte a problemi che avrebbero scoraggiato chiunque, quasi si sentisse guidato e protetto dagli spiriti del luogo, e, con il tempo, arriva a farsi accettare anche dai locali, che diventano poi amici e collaboratori.
Le minacce più pericolose, infatti, sono ben altre e provengono da fuori: lo sfruttamento turistico selvaggio che avanza, distruggendo i sistemi naturali per speculare al massimo sulle risorse del luogo, con l’inganno dello sviluppo che invece nulla lascia ai suoi abitanti, anzi li impoverisce ancora di più. Umberto si oppone con un’opera di salvazione: salvare tutto quello che di vivo, di bello, di originario c’era in questa terra, sia come cultura sia come specie botaniche e dedica una parte del suo giardino ai bulbi e alle piante che trova sradicate dalle strade, dai cantieri, scartate e destinate a morire. Un lavoro immane, faticosissimo ma che lascia intravedere una sensibilità delicatissima, una ricerca verso un luogo di bellezza autentica, originaria, pura, lontana dalle artificialità volgari della vita occidentale. Non un paradiso perduto, ma -cosa ben diversa- un paradiso in cui perdersi, in cui poter ritrovare una vita vera, in armonia con la natura e con la bellezza primitiva.
Salvare questo luogo significa anche istruire le persone che vi abitano, insegnare a scrivere e leggere il francese, l’arte del giardinaggio ma soprattutto dare gli strumenti per capire la realtà che li minaccia: “volevo munirli di armi, fare sì che il nuovo mondo non li cogliesse impreparati: il futuro avrebbe visto gli alberghi, le villette e le marine sorgere nella nostra valle e loro, se fossero stati fortunati, avrebbero lavorato come giardinieri, camerieri o bagnini al servizio dei turisti che sarebbero arrivati – loro i principi di questo luogo”.
Credo che Umberto Pasti si ritenga soprattutto un botanico, ma l’estremo senso di bellezza che trapela dalle sue scelte svela una natura chiarissima di esteta. Ed è questa che gli permette di scrivere con tanta grazia, costruire frasi sognanti intorno nomi botanici di fiori, godere elencando le diverse specie di iris, il fiore amato, di cui riesce a salvare molte specie in via di estinzione. Due tipi di persone ameranno moltissimo questo libro: chi ha una passione per il Marocco e chi adora i giardini, ma questo è soprattutto un romanzo di avventura, una lotta contro il mondo moderno, la creazione di un’oasi di bellezza che rischia ogni giorno l’esistenza e ha bisogno di essere protetta.
Per vedere il giardino di Umberto Pasti a Rohuna qui.
Per un’intervista all’autore qui.
Infinite Variety: The life and legend of the Marchesa Casati The Ultimate Edition
Scot D. Ryersson, Michael Orlando Yaccarino
University of Minnesota Press, 2017
La Marchesa Casati è un personaggio che non lascia indifferenti, spesso anzi scatena veri e propri fanatismi. Prima che diventasse popolare, dunque ben prima della mostra dedicatele al Fortuny di Venezia nel 2014, chi voleva saperne di più poteva leggere la sua storia nella biografia Infinite Variety, pubblicata da Corbaccio nel 2003 e scritta da Scot D. Ryersson e Michael Orlando Yaccarino. I due scrittori, dopo una ricerca enorme durata anni, tra archivi, testi, giornali, memorie dell’epoca e ultime testimonianze, erano riusciti a ricostruire la sua vita, ritrovando anche molte opere a lei dedicate o, nei casi più sfortunati, ritrovando foto di opere perdute. Il loro libro, tradotto in molte lingue (in italiano Infinita Varietà) è tutt’oggi il più completo testo sulla Casati, da cui tutti gli altri libretti apparsi recentemente derivano. I due pubblicarono, nel 2009, anche un libro dedicato solo alle immagini, The Marchesa Casati: portraits of a muse, che completava così la biografia, altrimenti scarna di parte iconografica. Bisogna ricordare che prima di loro c’era già una biografia: Corè, scritta nel 1986 da Dario Cecchi, il figlio del famoso critico letterario Emilio Cecchi e difficilmente reperibile, una vera chicca collezionistica per chi ha il culto della Casati.
Col tempo, la fama della Marchesa si è diffusa e sono così aumentati i ritrovamenti di foto, altre opere e testimonianze, non incluse nella prima edizione che, nel frattempo, è diventata introvabile sia in italiano che in inglese (su ebay si trova a volte qualche copia, ma si parte da 80€). Questa Ultimate Edition, pubblicata dopo 14 anni, raccoglie tutte le nuove testimonianze uscite in questo lasso di tempo. Rispetto all’edizione precedente non cambia la struttura, è solo leggermente ampliata con maggiori dettagli e, a parte alcune foto in più mai viste, non ci sono enormi differenze. Indispensabile per chi non è mai riuscito ad avere la prima edizione di Infinita Varietà oppure per i cultori, come me.
Secessioni Europee: Monaco, Vienna, Praga, Roma
catalogo della mostra tenutasi a Palazzo Roverella, Rovigo dal 23 settembre 2017 al 21 gennaio 2018
Silvana Editoriale, 2017
Praga Magica
Angelo Maria Ripellino
Einaudi, 2005
Viaggiatori dell’Assoluto: Jan Konupek e gli artisti boemi del primo Novecento nella collezione Rosario Pintaudi
catalogo della mostra
Bandecchi & Vivaldi, 2003
Quest’inverno, a Palazzo Roverella di Rovigo, si è svolta una mostra straordinaria dedicata alle Secessioni Europee: Monaco,Vienna, Praga e Roma. Le mostre vere, quelle che nascono da uno studio e con un apparato critico serio, sono poche in Italia e raramente trattano periodi come quello tra fine ‘800 e inizi ‘900. Il curatore, Francesco Parisi, è riuscito a mettere insieme una serie di opere di altissimo valore, molte delle quali poco viste o difficilmente visibili, legate dallo sperimentalismo verso nuovi linguaggi in linea con le ricerche secessionistiche e moderniste dell’epoca. Tra i nomi più famosi Klimt, Schiele, Mucha, Kolo Moser, Franz von Stuck, Galileo Chini, Arturo Martini, per citarne alcuni, così come anche personalità meno conosciute quali Thomas Theodor Heine, Carl Strathmann, Josef Maria Auchentaller, Mario Reviglione, Teodoro Wolf Ferrari. Una menzione a parte merita la sezione dedicata a Praga, forse la più bella, con artisti mai esposti in Italia prima d’ora: Josef Váchal, František Kobliha, Jan Konůpek e František Bilek (del quale avevo mostrato la casa-museo qui), tutti pervasi da un simbolismo mistico ed esoterico. Il saggio in catalogo relativo all’argomento è a firma di Hana Larvova, studiosa autrice dell’unico catalogo dedicato movimento Sursum, la secessione praghese.
In realtà c’era stata una precedente mostra riguardo gli artisti praghesi e tenutasi a Firenze nel 2003. Curata da Emanuele Bardazzi (sua anche la curatela della mostra La Vergine e la Femme Fatale) e Eugenio Cecioni, la rassegna dal bellissimo titolo “Viaggiatori dell’Assoluto” esponeva solo opere di grafica provenienti dalla collezione privata di Rosario Pintaudi. Il prezioso catalogo è ormai rarissimo (grazie Emanuele!). In questa atmosfera, impossibile non consigliare il libro Praga Magica di Ripellino.
Per questo anno, sempre a Rovigo, lo stesso curatore Francesco Parisi sta preparando una mostra ancora più interessante: Arte e Magia, esoterismi nella pittura europea dal simbolismo alle avanguardie storiche.
Libri:
Leonhart Fuchs. Il nuovo erbario del 1543, Taschen, 2016.
Emily Dickinson Notebook, Princeton Architectural Press, 2018.
Cappello:
Birds and Fresia