La Bella Palermo, una casa museo da sogno a Palazzo Pantelleria

Dove: presso Palazzo Pantelleria, Largo Cavalieri di Malta 2, Palermo
Sito: www.labellapalermo.com
Airb&b: La Bella Palermo

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Storia del palazzo

Le prime costruzioni di quello che oggi è Palazzo Pantelleria risalgono al ‘300, quando serviva come avamposto fortificato sul mare. La trasformazione in dimora nobile avvenne verso la fine del Quattrocento, quando la famiglia spagnola dei Requesenz, conti di Buscemi e di Regalmuto, nonché principi di Pantelleria, titolo che darà il nome al palazzo, arrivarono in Sicilia nel 1461 con Bernardo, Gran Cancelliere del Regno di Sicilia, generale di Re Alfonso e viceré.
Fu così che, a partire dal 1525, i Requesenz ampliarono il palazzo: risale a questo periodo lo scalone d’accesso in marmo grigio di Billiemi, allora ingresso principale, che si affaccia tutt’oggi su Largo Cavalieri di Malta (già piazzetta Valverde). Si possono vedere ancora i segni della loro presenza: alla sommità della scala, sul portale di accesso al piano nobile, c’è incisa la data 1555 e, sull’architrave, lo stemma dei Requesenz con tre torri d’oro e quattro pali di colore rosso, riferimento alla Casa Reale d’Aragona, con il loro motto: “Esse malo quam videri” (preferisco essere che apparire). 

Alla metà del Settecento, il palazzo è ancora della famiglia, tanto ché Giuseppe Antonio inizia il secondo ampliamento, poi continuato dal figlio Francesco Requesenz e Branciforte, consigliere di Stato, presidente della suprema Corte di Sicilia, ambasciatore presso le corti di Francia e d’Inghilterra. La famiglia gode ancora di solide finanze ed è in questa fase che viene chiamato Giovanni Del Frago, architetto di spicco del Rococò siciliano (suo anche il magnifico scalone di Palazzo Cutò). Finché, verso la fine del secolo, per questioni ereditarie, il palazzo venne diviso in due parti: l’ala nord, su largo Cavalieri di Malta, fu data in dote a Teresa Requesenz, moglie di Giuseppe Gravina principe di Comitini; l’ala sud-ovest, su piazza Meli, restò ai principi di Pantelleria, che si estinsero nel 1848.
L’ultimo principe di Pantelleria, Emanuele, fu un personaggio rilevante del Risorgimento siciliano, partecipò alle rivoluzioni siciliane del 1820 e ai moti rivoluzionari. Morì nel 1848, senza lasciare eredi: il giorno successivo alla sua morte si riunì per la prima volta il parlamento siciliano per cui aveva strenuamente lottato. Oggi una lapide marmorea lo ricorda ancora su una delle facciate del palazzo.

I secoli passano e la modernità avanza: alle soglie del XIX secolo la famiglia Requesenz è ormai in decadenza ed è costretta a vendere all’asta l’antico palazzo. Fu rilevato quasi interamente dai Várvaro (escluso il terzo piano, acquisito dalla famiglia Omodei), i quali fecero decorare gli appartamenti da Giovanni Enea. A Francesco Várvaro Pojero si deve infatti l’attuale aspetto ottocentesco e anche l’enorme ficus che campeggia al centro del cortile interno: appassionato di botanica, lo fece arrivare direttamente dall’Australia nel 1896. Várvaro fu console generale dell’Impero Austro-Ungarico sino al 1914, per questo ebbe tra i suoi ospiti anche i membri della famiglia imperiale. Questi appartamenti sono ancora di proprietà dei Varvaro e oggi ospitano una scuola di tango.

L’appartamento Cazzaniga

La parte di piano nobile che ha la sua entrata su Largo Cavalieri di Malta, nel 2002 viene acquistata da un appassionato collezionista. Massimo Cazzaniga, classe 1940, raffinato “ricercatore di bellezza” si occupa di restauri sin da quando aveva 16 anni. Mentre si trovava a Palermo, viene attratto da quello che all’epoca si presentava come un appartamento disabitato da diversi anni, adibito a rivendita di tessuti e tende, in evidente stato di abbandono e fortemente modificato dall’aggiunta di soppalchi e murature che ne deturpavano l’architettura originale. A vedere questi locali fatiscenti, nessuno avrebbe scommesso nulla, ma Cazzaniga, che ama Palermo dove trascorre i mesi invernali, da ottobre ad aprile, ne coglie subito lo straordinario valore: “Cercavo degli ambienti con molto carattere dove disporre le mie raccolte e poter svernare in una località con un buon clima e, dopo qualche anno tra Miami e la Repubblica Dominicana, mi sono ricordato del consiglio paterno che citava spesso l’invero di Palermo; così ho trovato il mio buen retiro a meno di 90’ da Milano”.

Quello che vediamo oggi è il sogno diventato realtà: si tratta di circa 1000 metri quadri, con 3 saloni, 5 stanze da letto e un terrazzo, affacciato sul cortile interno del palazzo, dominato dallo storico ficus-magnolioide. Un appartamento enorme e bellissimo, che Cazzaniga ha prima restaurato per farlo tornare all’antico splendore e poi decorato via via negli anni con le sue collezioni di oggetti, oltre che di libri. Trova posto nella biblioteca, infatti, una raccolta di ben oltre 10.000 volumi, appartenuta allo storico direttore del Corriere della sera Giulio Nascimbeni, tra cui è custodito anche un carteggio tra lo stesso Nascimbeni e Montale.

Habitué di aste, fiere internazionali, gallerie e mercatini dell’antiquariato, tutto l’appartamento è disseminato da oggetti d’arte e trouvailles di ogni tipo, come quadri, sculture e specchi, ma anche conchiglie, ventagli (è infatti molto vicina la nascita del Museo del Ventaglio ad opera della Fondazione Massimo Cazzaniga), di cui è appassionato collezionista, ricami e cornici, candelabri di marmo del Marocco e lampioni veneziani poggiati su capitelli romanici. A volte, durante i suoi giri, è riuscito a trovare alcune perle, come il piatto ovale in ceramica che si trova esposto tra altri piatti da collezione sulla parete della sala da pranzo. Fu pescato tra le bancarelle di Piazza Marina a Palermo: “un ignaro rigattiere lo usava le domeniche per appoggiarvi medaglie della Prima e Seconda Guerra. Forme e fattura hanno attirato la mia attenzione, fino a scoprire la “N” incoronata, marchio della “Real Fabbrica” concepita dal re Carlo di Borbone, dove si producevano le rinomate porcellane di Capodimonte”. E poi ancora il mobile all’ingresso, su cui poggia una scultura in acciaio di Giulio Ciampi, è in realtà l’ex pulpito di una chiesa ritrovato da un antiquario del bergamasco; il lampadario in vetro soffiato di Murano, che pende dal bellissimo soffitto a volta affrescato, arrivato fin qui in sedici casse con ancora le candele in cera ed elettrificato dopo un attento restauro.. 

La Bella Palermo

Di solito una casa diventa museo alla morte del suo proprietario; Cazzaniga invece ha creato una casa museo viva e vissuta, un appartamento unico e dallo stile personalissimo che può rivaleggiare, anche se in modo diverso, con le altre dimore storiche di Palermo come Palazzo Gangi o Villa Valguarnera di Bagheria.
L’amore per questa casa, fatta rinascere col tempo e curata con attenzione e devozione, coincide con l’amore che l’architetto nutre verso Palermo e che lo ha portato ad aprire le porte della sua dimora durante le giornate del FAI, a partire dal 2017, per permettere a tutti di vederla.

Allo stesso scopo è nata anche l’idea di La Bella Palermo, il nome dato all’appartamento che è possibile affittare per intero (5 stanze da letto – 3 matrimoniale e 2 singole – per un totale di 8 posti letto) durante i mesi estivi. Grazie all’aiuto dei nipoti Francesco e Anna, si è pensato di dare la possibilità ad ospiti speciali, di soggiornare in questo luogo meraviglioso per vivere qualche giorno immersi nell’arte e nella storia. “Non si tratta di lusso, ma di bellezza”. Dormire in un letto del ’700 circondati da mille oggetti, libri e collezioni di ogni tipo non ha valore ed è una cosa ben diversa dall’hotel di lusso. È un tipo di ospitalità molto raffinata, una condivisione mossa dall’amore per il bello e che attira spiriti raffinati. Ed è stato l’amore per il Bello che ha riportato Palazzo Pantelleria all’antico splendore.

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Ringrazio molto Francesco Cazzaniga, che mi ha gentilmente permesso di visitare l’appartamento.

FONTI:
wineinsicily.com
balarm.it

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Biblioteca:

Salone azzurro:

Il salotto:  

Camere da letto:

Sala da pranzo:

Giardino d’inverno:

Sala giochi/studiolo:

Altre camere da letto:

Entrata e terrazzo:


Aesthete. Art historian & blogger. Content creator and storyteller. Fond of real and virtual wunderkammer. Founder and main author of rocaille.it.

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1 Commento a “La Bella Palermo, una casa museo da sogno a Palazzo Pantelleria”

  • Giulio Campesi

    una casa da sogno

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