Il collezionismo è un morbo che prende ad un certo punto della vita, senza sapere come. Per Andrea Filippi, nato a Forlì nel 1965, è successo circa 20 anni fa. Dopo aver chiuso le attività commerciali che aveva in città, decide di interessarsi in modo professionale alla passione, che era già di suo padre: la cultura e l’arte indiana. Così, dopo aver frequentato un corso di studio alla Royal Holloway University of London e conseguito il diploma in “Asian Art – Islamic Course” presso il British Museum con la tesi: “Analysis of the word and image in Islamic Manuscripts: book and image in the development of a culture”, nel 2000 fonda Ethnologica, galleria antiquaria specializzata in Arte Orientale, Islamica e Indiana. Il suo interesse si focalizza sull’arte antica orientale, dagli avori ai gioielli, dai vestiti a preziosità di vario tipo, ma raccoglie anche fotografie e armi antiche.
Ethnologica è insieme un luogo di raccolta degli oggetti collezionati da Andrea e una galleria con lo scopo di compra vendita. Sin dalla sua nascita è presente in tutte le fiere più importanti di antichità: il Gotha, biennale a Parma; Modenaantiquaria a Modena e all’estero il BOAF (Bruxelles Oriental Art Fair) e l’Art of Pacific Asia Show a New York. Grazie all’alta competenza raggiunta da Andrea in questo campo, alcune opere hanno suscitato l’interesse di musei, italiani e stranieri. Hanno acquistato pezzi da Ethnologica: il Museo Interreligioso di Bertinoro; il MAO (Museo di Arte Orientale) di Torino; il DAR (Dar Al Athar Al Islamiyyah in Kuwait e il Rubin Museum of Art di New York. A questo si sommano le numerose collaborazioni, in qualità di prestatore d’opere, nelle mostre a tema orientale. Tra le più importanti: “Il Mito della Fenice in Oriente e in Occidente” nel 2005, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini e con la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia; “La Mezzaluna Fertile. Sulla Via della Seta” realizzata in Palazzo Albertini in Forlì nel 2007; ‘Magie dell’India dal Tempio alla Corte, Capolavori d’Arte Indiana’, Treviso, Casa dei Carraresi nel 2013.
La galleria si snoda lungo le stanze di un antico palazzo forlivese con i soffitti affrescati. La disposizione degli oggetti è stata curata da Andrea in persona e rispecchia un modo di pensare ordinato, sereno, studiato. Ha costruito una wunderkammer in bilico tra due mondi, dove la ricerca del bello, tipicamente occidentale, si coniuga ad una grazia meditativa, tutta orientale. Lo spazio induce alla riflessione, alla contemplazione silenziosa del particolare, che è insieme devozione religiosa e adorazione del bello. Il tempo passa ma non si sente, così come non si sente l’invecchiarsi delle cose. Il mondo interno non si lascia intravedere da fuori, la galleria rimane così segreta, aperta solo a chi sa.
Andrea ricorda ogni singolo oggetto e alcuni fanno parte della sua collezione in modo perenne perché, come mi dice, non potrebbe mai separarsene. Molti oggetti purtroppo sono in deposito altrove, mi dice che ha anche una collezione di più di 1500 negativi su vetro provenienti dall’India e altre 2000 italiane e che soffre nel non poterle vedere esposte. Alcune cose vanno via, ma il problema dello spazio rimane e Andrea progetta di espandersi nell’appartamento accanto: “Non so se finirò come uno di quei collezionisti quasi sepolto dai suoi oggetti… Un mio amico collezionista, che ha da poco abbracciato la fede buddista, sta vendendo i suoi pezzi più importanti. Mi ha detto che è una preparazione verso il distacco definitivo dal mondo, la morte. Forse farò così anche io…”
Andrea gestisce anche un resort in India, Oltremarino Beach Resort, Ozran Beach, Small Vagator ed è interessato all’acquisto di collezioni d’arte orientale antica e di armi.
Potete contattarlo a: Info@ethnologica.com
Sito ufficiale: www.ethnologica.com
Facebook: Ethnologica – Ancient Art from the Indian & Islamic World
E-mail: info@ethnologica.com
Sala Bianca:
Prima di entrare nella galleria vera e propria, la saletta che accoglie il visitatore raccoglie numerosi oggetti della religione cattolica, dalle statue lignee alle croci a piccoli dipinti di santi. Al centro una grande pianta di loto, in posizione come votiva verso l’altarino, suggerisce il sincretismo religioso.
Sala Rossa:
Sotto il bel soffitto affrescato troviamo due enormi armadi intarsiati in madreperla di cui uno, proveniente dalla Siria, raggiunge i 4 metri di altezza. Sui due tavoli che si fronteggiano, ci sono grandi reperti animali come zanne di elefante, dente di narvalo e due denti di ippopotamo montati su un piccolo gong. Agli angoli sono esposti sculture in avorio, ceramiche islamiche dipinte e sotto teca importanti manoscritti miniati in arabo, risalenti al XVIII e anche XVII secolo. Altrove, forse in omaggio alla Romagna, piccole zucche bitorzolute creano punti di colore.
Sala azzurra:
La grande sala dalla pareti azzurre è dominata dalla testa di rinoceronte, gli oggetti esposti sono quanto mai vari: oltre alla collezione di armi antiche, pugnali e armi da fuoco, alcune fotografie degli anni ’20; lavori minutissimi in avorio sono conservati nella vetrina; lacche cinesi e stoffe antiche; cappelli indiani chiamati”topi” appartenuti ad un Nawab (nababbo) in filo d’argento dorato, realizzati con tecnina zardozi, impreziositi da rubini cobachon della metà del XIX secolo; statue in bronzo di varie divinità induiste e una grossa pelle di leopardo tassidermizzata da Van Ingen & Ingen, un famoso conciatore che aveva l’atelier a Mysor, il più famoso laboratorio di preparazione d’animali in India. Tutti i più importanti Maharaja si rivolgevano a lui per l’espressività naturale data agli animali. Infine l’angolo più delizioso, il colorito pappagallo sul divanetto indiano sullo sfondo di una stoffa ricamata in oro.
Soppalco:
Sono qui raccolti oggetti piccoli e curiosi, quando non macabri, come la kapala (tipo di coppa rituale caratteristica del tantrismo di matrice induista o buddista, utilizzate in diversi rituali sacri e fatta con un teschio umano), animali e insetti in formalina e altre ossa animali. Delizioso il piccolo quadretto con la scimmietta che fuma, intitolato “Doing the elegant”.
Corridoio:
Studio: L’ultimo acquisto di Andrea
Il cortile interno:
2 Commenti a “Ethnologica, Forlì”
Dear Annalisa, I am so enchanted by your photos, watching your passions, your way of life, it seems as if I am drowning in the world of my best friend in Germany. Every night we read these books, muse on Symbolist exhibitions and love modern fashion and vintage entwined in living characters of our own time.
So let’s toast to our lives, love, Iris
Thank you for your comment!