Pochi giorni fa si è concluso il Carnevale di Venezia. Per me che era la prima volta è stato come scoprire una dimensione che già conoscevo. Tutto diventa immagine, qualsiasi contatto con la vita reale si dissolve, piano piano il mondo diventa distante, incomprensibile, l’unica cosa importante diventa apparire. Per una volta all’anno tutti prendono sul serio il travestimento e quanto più è futile tanto più si fa con gravità e consapevolezza. Perché non c’è divertimento senza travestimento.
Non sarebbe possibile infatti immaginare il Carnevale altrove, solo Venezia rende il distacco dalla vita di tutti giorni veramente netto, il vivere sull’acqua trasforma ogni cosa in un riflesso, veloce, fugace, che ti lascia dubbi che sia stato un sogno.
Porta della Carta di Palazzo Ducale
la rosea beltà di Palazzo Ducale
Le Furlane, le tipiche ciabattine di velluto originarie del Friuli e usate in passato dai gondolieri.
Queste vengono dal negozio Pied à Terre
Al Caffé Centrale di Venezia si è tenuta la prima presentazione de “Il Sole a Occidente”,
il romanzo di Bellezza e Decadenza del mio amico Orlando Donfrancesco.
io e la mia amica Gio al Florian vestite ‘600
I Tetrarchi in porfido rosso incastonati nelle mura di Palazzo Ducale
Il Florian, ritrovo di tutti i mascherati prima di ogni festa
L’interno del negozio di Luigi Bevilacqua, il paradiso delle stoffe