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Conservators’ Apartment inside Musei Capitolini
Appartamento dei Conservatori dei Musei Capitolini
L’appartamento dei Conservatori è solo il primo piano di un museo ben più grande, quello dei Musei Capitolini. Il piano nobile del Palazzo ospita le Sale di rappresentanza dei Conservatori, denominate Appartamento. Esse rappresentano il nucleo più antico del Palazzo: una parte degli ambienti conserva ancora parti del ciclo di affreschi eseguito agli inizi del secolo XVI, mentre la decorazione delle altre sale è stata rinnovata dopo l’intervento michelangiolesco.
Il Palazzo dei Conservaori era il centro del potere laico della città, benché sempre sotto le direttive del papato e fu decorato con scene che esaltavano il mito di Roma Antica. L’intero apparato decorativo dell’Appartamento, pur realizzato in interventi successivi e distinti, presenta tuttavia un carattere unitario legato all’esaltazione e al ricordo delle virtù e del valore degli antichi.
Le sale che lo compongono erano utilizzate dai Conservatori per le attività connesse con il loro ufficio e in esse si tenevano, tra l’altro, le riunioni del Consiglio Pubblico e del Consiglio Segreto. Trovarono collocazione in queste sale anche le antiche sculture bronzee che nel 1471 furono donate da Papa Sisto IV al popolo romano in virtù del loro valore simbolico, come memoria della grandezza di Roma che il governo pontificio intendeva rinnovare.
La donazione dei bronzi sistini è considerata l’atto di fondazione dei Musei Capitolini e da allora opere d’arte, sculture antiche e dipinti di pregevole valore, furono raccolte in Campidoglio che diventerà ufficialmente, nel 1734 per volere di papa Clemente XII, il primo museo del mondo aperto al pubblico.
Fonte/Source: museicapitolini.org . For english informations go here.
Hall of the Horatii and Curatii:
Sala degli Orazi e Curiazi
E’ la sala maggiore, qui si tenevano le udienze del Consiglio Pubblico dei Conservatori. La decorazione ad affresco delle pareti fu affidato nel 1595 a Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino (1568-1640), esponente di spicco del manierismo romano nonché maestro di Caravaggio. La conclusione dei lavori era prevista per il Giubileo del 1600, ma nel 1613 erano compiute solo le prime tre scene. Dopo una interruzione di oltre vent’anni i lavori terminarono nel 1640. Del resto il Cavalier d’Arpino era lentissimo nel completare i suoi lavori perché aveva moltissime richieste che spesso non riusciva a concludere.
Il ciclo degli affreschi illustra alcuni episodi della storia delle origini di Roma narrati dallo storico Tito Livio. Le scene fingono una serie di arazzi divisi, nei lati lunghi, da festoni di frutta e fiori, trofei d’armi e vasi lustrali.
Nei lati corti della sala vi sono due magnifiche statue onorarie di Papi commissionate dai Conservatori: l’una, in marmo, scolpita da Gian Lorenzo Bernini tra il 1635 e il 1640, raffigura Urbano VIII Barberini (1623-1644); l’altra, realizzata in bronzo tra il 1645 e il 1650 in onore di Innocenzo X Pamphilj (1644-1655), è opera dello scultore bolognese Alessandro Algardi.
Pope Urbano VII by Bernini and scholars, 1635-40
Cavalier d’Arpino, Battle between Horatii and Curiatii, 1612-13
Pope Innocenzo X by Alessandro Algardi, 1645-50
Hall of the Captains:
Sala dei Capitani
La decorazione ad affresco della sala fu realizzata tra il 1587 e il 1594 da Tommaso Laureti (1530-1602), allievo del pittore Sebastiano del Piombo.
Con vivacità cromatica e monumentalità di accenti, si narrano esempi di valore militare e di virtù civili del primo periodo della repubblica, continuando idealmente il racconto storico della sala degli Orazi e Curiazi.
Marco Antonio Colonna statue, 1595
Mucius Scaevola before Porsenna by Tommaso Laureti, 1587-94
macabre detail from Bruto’s Justice by Tommaso Laureti, 1587-94
Horatius Cocles defending the Pons Sublicius by Tommaso Laureti, 1587-94
Victory at Lake Regillus by Tommaso Laureti, 1587-94
Hall of Hannibal:
Sala di Annibale
La sala è l’unica, tra quelle dell’antico Palazzo quattrocentesco dei Conservatori, che ha mantenuto le originarie proporzioni. La decorazione, risalente al primo decennio del Cinquecento e tradizionalmente attribuita a Jacopo Ripanda, celebra in quattro grandi scene episodi delle Guerre Puniche; al di sotto corre un fregio a nicchie con busti di generali romani.
Nel soffitto ligneo, di poco posteriore alla decorazione pittorica, compare per la prima volta la Lupa che allatta i gemelli, utilizzata come elemento decorativo e come riferimento simbolico alle origini della città.
Peace negotiations between Lutatius Catulus and Hamilcar or Atilius Regulus by Jacopo Ripanda (attr.), early XVI cent
Hannibal in Italy by Jacopo Ripanda (attr.), early XVI cent
Chapel:
Cappella
La cappella, che si trova nella Sala di Annibale, è dedicata alla Vergine Maria e ai SS. Pietro e Paolo, protettori della città di Roma, raffigurati negli affreschi della volta, eseguiti insieme alla decorazione a stucco da Michele Alberti e Jacopo Rocchetti nel terzo decennio del Cinquecento.
Il dipinto su lavagna raffigura la Madonna in gloria tra i SS. Pietro e Paolo, che affidano alla protezione della Vergine la città di Roma. La decorazione della cappella fu completata nel Seicento con dipinti raffiguranti i quattro evangelisti ed altri santi.
Madonna in glory with Saints Peter and Paul by Marcello Venusti, 1577-78
Stuccoed vault by Michele Alberti and Jacopo Rocchetti, 1575-78
Madonna and child with angels by Andrea d’Assisi XV cent
Hall of the Tapestries:
Sala degli Arazzi
La sala degli Arazzi è detta anche Sala del Trono poiché nel XVIII secolo vi era stato posto il trono del pontefice, in quanto sovrano della città.
Nella seconda metà del Settecento furono fatti eseguire dalla Manifattura Romana di San Michele i preziosi arazzi che ornano le pareti. La serie di arazzi ripropone importanti dipinti di soggetto romano insieme a busti di imperatori e trofei di armi. I cartoni degli arazzi, eseguiti da Domenico Corvi, ripropongono episodi storici e leggendari della Roma antica riproducendo dipinti di importanti artisti, quali Rubens e Poussin. La sala conserva l’aspetto che ha assunto nel XVI secolo in seguito ai lavori promossi nell’Appartamento dei Conservatori sotto il pontificato Paolo III Farnese (1534-1549).
Sitting Rome, manifattura di San Michele, 18th cent
Romulus and Remus, manifattura di San Michele, 18th cent
Hall of the Geese:
Sala delle Oche
Nella sala sono esposte fin dal XVIII secolo due anatre bronzee di età romana, tradizionalmente interpretate come Oche, in ricordo delle leggendarie oche capitoline che, dando l’allarme, salvarono Roma dall’invasione dei Galli. La pregevole decorazione ad affresco dell’ambiente, così come il bel soffitto ligneo, risalgono al tempo di Papa Paolo III (1534 – 1549), quando con gusto raffinato si pose mano alla rifinitura di tre ambienti del Palazzo (Sala delle Oche, Sala delle Aquile, Sala degli Arazzi).
Nel XVIII secolo furono inserite nella sala decorazioni in stucco dorato che inquadrano elementi diversi quali sculture, quadri, epigrafi. Nello stesso periodo vi fu collocata una scultura di grande pregio: la Testa di Medusa dello scultore Gian Lorenzo Bernini(1598-1680). L’opera raffigura con notevole efficacia la mitica figura di Medusa, dallo sguardo pietrificante e dalla folta capigliatura di serpenti resa dallo scultore con la scabra lavorazione del marmo.
Bust of Michelangelo Buonarroti
Bust of Medusa by Bernini, 1644-48
Hall of the Eagles:
Sala delle Aquile
Il nome della sala deriva dalle due sculture di aquila di epoca romana poste su pregiate colonne in marmo cipollino. La decorazione di questo piccolo e raffinato ambiente risale al periodo del pontificato di papa Paolo III Farnese (1534-1549).
Addossata ad una parete, su una base antica, è la Diana Efesina, copia della statua di culto del santuario di Artemide ad Efeso, scultura in marmo con estremità in bronzo, caratterizzata dalla presenza di fiori, api e simboli di fertilità.
Artemide Efesina, roman copy from an original of 2nd cent BC copia romana da originale del II sec a. C
Hall of the She-Wolf:
Sala della Lupa
Al centro della Sala è posta la Lupa Capitolina in bronzo, la cui datazione è tutt’oggi controversa e va dal V secolo all’età medievale. La scultura, donata al popolo romano nel 1471, divenne il simbolo di Roma quando, trasferita in Campidoglio, al bronzo antico furono aggiunti i due gemelli Romolo e Remo, mitici fondatori della città. Da allora l’opera è conservata in questo Palazzo e, secondo le testimonianze dell’epoca, nel XVI secolo era collocata in questa stessa sala, anticamente uno spazio aperto sull’esterno con tre archi.
La loggia fu decorata tra il 1508 e il 1513 con il ciclo di affreschi attribuiti a Jacopo Ripanda. Il successivo inserimento di due grandi lapidi ha causato la perdita di gran parte della decorazione, che oggi si conserva in uno stato estremamente frammentario.
Sulla parete di fondo della sala nel 1586 furono composti in una struttura marmorea i Fasti Consolari e Trionfali, un documento storico di eccezionale valore, che riporta su tavole in marmo i nomi di coloro che nell’antica Roma avevano ricoperto il consolato o avevano celebrato il trionfo.
Queste tavole, trovate nel Foro Romano nel XVI secolo, in origine erano inserite in un arco di trionfo eretto nel 19 a.C. in onore dell’imperatore Augusto. Prezioso è il mosaico pavimentale, manufatto antico rinvenuto nel 1893 e ricomposto in questo ambiente.
Capitoline She-wolf, 5th cent BC or medieval
Coffered cealing, 1865
Capitoline She Wolf and in the background Consular and Triumphal Capitoline Fasti, Augustean Period (27 BC- 14 AC)
Hall of the Triumphs:
Sala dei Trionfi
La sala prende il nome da un affresco a ciclo continuo che corre sotto il soffitto, in cui è raffigurato il trionfo celebrato dal console romano L. Emilio Paolo su Perseo, re di Macedonia ( 167 a.C. ).
La sala ospita, tra le altre opere, preziosi bronzi antichi: lo Spinario, detto anche Cavaspina, che riproduce un giovinetto che si toglie la spina dal piede, opera eclettica del I secolo a. C. e che durante la mia visita è stato ricollocato per la mostra dedicatagli. Ci sono anche Camillo, detto la Zingara, che rappresenta un giovinetto addetto al culto, ambedue donati da Sisto IV nel 1471. Notevolissimo il Bruto Capitolino, uno dei più antichi ritratti romani, risalente al IV o III secolo a.C., donato al Campidoglio nel 1564.
Main staircase:
Scalone
Lo scalone che parte dal Cortile guida sia al primo piano, in cui si trovano gli Appartamenti dei Conservatori, sia al secondo, dove si trova la Pinacoteca. Nei ripiani dello scalone che conduce ai piani superiori sono inseriti grandi rilievi storici, che decoravano importanti monumenti pubblici.
Tre pannelli relativi alle imprese di Marco Aurelio, da un arco trionfale, sono affiancati in sequenza sul primo pianerottolo, mentre altri tre con raffigurazione dell’imperatore Adriano sono distribuiti singolarmente in ciascun ripiano.
Courtyard:
Cortile
Nel Cortile del Palazzo, come era consuetudine per i palazzi della nobiltà romana, vi trovarono collocazione alcune delle più significative opere antiche raccolte in Campidoglio come testimonianza della grandezza di Roma. Tra queste i frammenti marmorei della statua colossale di Costantino (306-337 d.C.), rinvenuti nel 1486 nella Basilica di Massenzio al Foro Romano.
Nel 1720 il cortile fu ulteriormente ampliato con la costruzione, sulla parete di fondo, per accogliere un gruppo scultoreo di notevole importanza: la Dea Roma e i due Barbari prigionieri della collezione Cesi, acquistati per il Campidoglio da papa Clemente XI (1700-1721), ricordato nell’iscrizione sovrastante.
Colossal statue of Constantine: head, 313-24 AC