Agostino Arrivabene:Theoin

Rapture( Ganimede) 2012

“Penso che la mia follia sia la massima condizione d’avanguardia.
Perchè i folli sono coloro che aprono le strade ad altri che non vogliono percorrere.”

A. Arrivabene

Qualche settimana fa ho potuto vedere dal vivo alcuni lavori di Agostino Arrivabene durante l’apertura della mostra Theoin alla galleria romana First Gallery, via Margutta 14. Quanto più l’osservazione delle tele si faceva ravvicinata, tanto più aumentava in me lo stupore di trovarmi difronte ad opere definibili come arte contemporanea. Pittori come Agostino, al giorno d’oggi, sono rarissimi. In primo luogo perché, a differenza di molti altri suoi colleghi, mostra una tecnica notevole del disegno e del colore che, da come ho poi scoperto, prepara lui stesso con la cura di un artigiano rinascimentale. E’ raro inoltre perché la sua è una pittura figurativa, non astratta, non materica, né null’altro. Rara perché lontana da qualsiasi forma che l’arte ha preso dalla modernità: non include performance, non prevede oggetti, non ha nessuno scritto, non ha applicazioni di materia, non è un happening, non è concettuale, non è arte povera, non è plurilingue, né multimediale, né monumentale. E’ solo pura pittura, su un quadro pensato per essere appeso. Appare a tutti gli effetti come una pittura che si può definire antica. La pittura di Agostino è profondamente antica, non solo perché in un’epoca come quella moderna si preoccupa ancora di dipingere e, prima ancora, di fissare in schizzi di china le idee che precedono l’opera, come veri e propri bozzetti. E’ antica perché cerca le sue origini nell’antico.

Epopteia

La mostra Theoin si basa tutta sul concetto di epopteia, parola greca che significa contemplazione. I quadri che ne fanno parte non sono che espressioni dello stato del pittore al momento della rivelazione della divinità e la sua conseguente contemplazione. La mostra nasce da un viaggio che Arrivabene compie in Attica, Grecia, durante l’estate del 2011. Sapientemente individuando nella cultura greca classica l’inizio dello studio del dolore, il viaggio, che sarebbe più adatto definire pellegrinaggio, è “una spedizione verso la conoscenza” intesa come ricerca dei luoghi originari del mito e al contempo di un senso profondo del divino. Quasi mosso da un bisogno viscerale di Verità, si reca sui luoghi in cui si innestò la cultura greco-pagana, sulla quale poi rifiorì quella bizantina e infine quella ortodossa. Quello che Agostino è andato a ricercare non è la divinità, nemmeno intesa nel senso astratto di principio divino, ma è il Sacro. Un bisogno, quindi, prima ancora che una consapevolezza, che risponde a quelli che sono gli istinti dell’uomo.

L’oro

Dalla visione delle icone bizantine, ai monasteri ortodossi come San Giovanni a Pathmos, ai frammenti di sculture greche, Agostino rimane colpito dall’uso dell’oro: “nella cultura religiosa cristiana europea della pittura gotica e medievale, era l’oro quell’elemento luminoso che serviva simbolicamente a raffigurare l’aura d’azione dove il santo esisteva, fluttuava e si manifestava al devoto. E questo accadeva anche nelle culture pagane.” La scoperta dell’oro come tramite divino, mezzo di passaggio dal buio alla luce, porta ad una pittura trasfigurata: ben lontana dal rappresentare la realtà, essa è concepita come il tramite tra l’uomo-artista e la divinità-arte. Per questo è totalmente autoreferenziale: rappresenta il tentativo dell’artista che, come un vero e proprio iniziato ad un culto, cerca di comprendere il mistero, di oltrepassare il limen. Un limite quindi di cui l’arte è il punto di contatto tra due mondi: quello umano e quello divino, quello quotidiano e quello del mistero, quello della luce e quello del buio, quello dei vivi e quello dei morti. Ecco perché Demetra e Persefone, destinata secondo il mito a vivere 6 mesi sulla terra e 6 mesi nell’Ade, sono le dee tutelari che Agostino sceglie e a cui dedica i suoi lavori, come una sorta di ex voto moderno: theoin infatti significa “alle due dee/deità”.

Il culto

Ma lo svelamento non è totale, né potrà mai esserlo. Il Sacro nasconde ancora il suo mistero, così come misteriosi restano i culti eleusini praticati ad Eleusi in onore proprio delle due dee Persefone e Demetra. E nemmeno recarsi sul più importante tempio dell’antichità, il Partenone, potrà mai rivelare il Mistero. Recandosi sull’Acropoli, Agostino vede “un enorme scheletro di marmo…triste ed adagiato, smembrato dal tempo che lo aveva distrutto, martirizzato dall’uomo nei secoli”. La tristissima consapevolezza del tempo passato, la distruzione applicata nei secoli, della memoria prima ancora che della pietra, e la visione dello stupro di un luogo che prima era sacro, lo rattrista e lo riempie di odio. Qui però la svolta. Mentre, giorni dopo, visita il museo dell’Acropoli di Atene, vede un piccolo coccio votivo dedicato proprio a Demetra e Persefone, firmato da un certo Ninnion e con scritto “Theoin”, la parola che ossessivamente ripetuta lo incanterà, fino a decidere di usarla per la mostra. Paradossalmente Agostino trova quello che cercava nei frammenti, sopravvissuti al flusso del Tempo e modernamente catalogati in un museo, come se l’arte riconducesse sempre all’arte. E lo trova in un oggetto che è personalmente firmato, segno del culto di un individuo ben preciso. Come lo sono le sue opere, un dono verso la divinità: “nella nostra epoca viene a mancare il culto. Solo fino a due secoli fa l’arte era un mezzo per raggiungere il varco verso il mistero, il desiderio di sublimazione per avvicinarsi sempre più al concetto di infinito.”

Modernità e influenze

La pittura coltissima e raffinatissima di Arrivabene ricorda da vicino esperienze pittoriche tardo-ottecentesche e Simboliste, più precisamente Moreau, Redon, un certo tardo Dalì, l’Ernst più allucinato, ma arriva a comprendere echi romantici come William Blake, non tralasciando nemmeno alcuni suggestioni medievaleggianti, soprattutto nelle prime opere. Si arriva quindi a dei quadri che rappresentano scoperte, disvelazioni, verità, visioni. Opere silenti che nascono da un’osservazione minuziosa, quasi ossessiva, dei dettagli e che giustamente Daverio aveva definito “evocativi, forse simbolisti, forse nostalgici. Ma che sono un passo in un altro mondo”. Quello che più colpisce è proprio un riferimento culturale non al passato più prossimo, ma ad un passato lontano, a volte remoto, che da molto tempo è uscito dall’orizzonte culturale dell’uomo moderno e che lui, invece, ricorda. In questo senso il suo lavoro è ancora più apprezzabile, perché pieno di un senso unico di storica memoria. Ma sarebbe sbagliato limitare la pittura di Arrivabene unicamente a suggestione antiche. Antico è il metodo, è la concezione dell’artista, ma non la pittura, che mostra invece una sensibilità modernissima.

T H E O I N .
First Gallery, Roma

curated by Carolina Lio. from 22 November to 19 December. catalog First Gallery editions

Dal catalogo, un pregevole libretto in copertina spessa pieno di figure, in cui è contenuto uno scritto di Arrivabene che racconta il viaggio in Grecia, ho preso le citazioni. Tutte le immagini sono prese da agostinoarrivabene.itagostinoarrivabene.tumblr.com

For more: interview for thisissocontemporary in english here; intervista in italiano qui.

Agostino Arrivabene in an old interview by Philippe Daverio during the italian tv programme Passepartout, 2009 (?). Italian only.

skin brown 2011-2012 new page with the study for theoin

Skin brown 2011-2012

From new moleskine 2012
“lucem-fero” ink on paper

work in progress

Dis-velata epopteia, 2012

Theoin II° 2012

 Swimmer of abysses 2012

The dreamer

Pizia. 2012

Theoin .2012

I balnea di Persefone.  2011/2012

study for “Caris”

c o r n u p a r v u l u m (antichrist)

 Germinata Exit. 2012

Crisostomo, 2012


Aesthete. Art historian & blogger. Content creator and storyteller. Fond of real and virtual wunderkammer. Founder and main author of rocaille.it.

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8 Commenti a “Agostino Arrivabene:Theoin”

  • Cinefobie.com

    Articolo meraviglioso a riguardo di uno dei pochissimi pittori contemporanei che avrebbe potuto aspirare ad essere incluso in una ipotetica nuova edizione dell’Arte Magica di Breton.

    • Annalisa P. Cignitti
      Annalisa

      Concordo in pieno e grazie per apprezzarlo.

    • Annalisa P. Cignitti
      Rocaille

      Bellissimo commento!

  • daniele castello

    La personale alla First gallery è stata una rivelazione anche per me. Ho avuto modo di visitare 4 Way street a Mantova l’anno prima, ma avrei tanto desiderato riempirmi gli occhi e le sinapsi solo con la sua pittura, completamente. Con Theoin fortunatamente è accaduto, è stata semplicemente magnifica, totale. Inoltre anche il catalogo era notevole, ho avuto modo di immedesimarmi completamente in ciò che ha scritto. Bellissimo. Bell’articolo, brava.

    • Annalisa P. Cignitti
      Rocaille

      Solo osservatori attenti possono capire la potenza della pittura. Grazie a te, per la sincerità e l’interesse.

  • Paolo

    Agostino è senza dubbio un ottimo pittore ma… è un artista o un anti-artista? in altro modo, la sua è arte o rientra nel kitsch sensu Odd Nerdrum?

  • Gianluca

    Articolo molto interessante, del mio artista contemporaneo preferito. Non conoscevo questo blog, veramente bello, complimenti! E finalmente il mese prossimo, riuscirò’ a vedere una mostra di Arrivabene a Lissone. 🙂

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