in foto: Albedo, olio su lino 130 x 200
Anche New York finalmente è pronta per accogliere l’arte del pittore Agostino Arrivabene, di cui avevo già parlato altre volte. La mostra personale, che si inaugurerà tra una settimana alla Cara Gallery, si intitola Hierogamy e si distende su tele grandi, una novità per il pittore che lavorava in una dimensione da wunderkammer. Ma grande è l’opera a cui si ispira: l’Alchimia.
Arte come Matrimonio Sacro
Si parte dalla materia, che Agostino presenta nel dipinto “Atanor” e che può considerarsi come un manifesto programmatico: pittura altro non è che materia solida che diventa immagine, allo stesso modo in cui nel dipinto si passa dal carbone bruciato e informe al prisma di cristallo trasparente, dalla nigredo all’albedo. Ecco la prima trasformazione, quella tellurica e al contempo mistica, perché inspiegabile. Poi si passa alla trasformazione nel regno animale (“Materia Prima” olio su tela), ed ecco la prima visione: un coccodrillo sventrato dai cui intestini lievitano nuove forme di vita. Un dipinto luminosissimo, quasi un’allucinazione nel deserto. E’ nel coccodrillo che viene rappresentata la mitica lotta con il drago, che nelle raffigurazioni alchemiche rappresenta la materia prima allo stato caotico, il ventre oscuro, la morte.
Si arriva dunque alla trasformazione umana, quella a cui Arrivabene dedica più tele. Ne “Il Sogno di Asclepio” l’uomo si fonde con la terra, “uomo tra sonno e morte viene divorato dal terreno e diventa lui stesso rizoma o sacello architettonico di nuove strutture arboree paradossali”. La trasformazione umana altro non è che il suo completamento attraverso l’unione degli opposti, ed ecco dunque anche il titolo “Hierogamia”. Dal greco ἱερὸς γάμος “matrimonio sacro” indica proprio la congiunzione tra gli opposti, tra il maschile e femminile, luce e buio, “tra la materia vibrante e la sericità tipica di una pelle pittorica rinascimentale”.
L’Androgino
Per le visioni di paesaggio sconfinato, che quasi sembrano crateri lunari, Arrivabene infatti si ispira a “Leonardo Da Vinci ed Ercole de Roberti, entrambi artisti che nel Rinascimento indagano l’uomo come microcosmo inserito in un macrocosmo”, ma anche alle antichità romane di G.B.Piranesi e addirittura all’arte americana del 1800, attraverso gli affascinanti e suggestivi paesaggi romantici del movimento artistico dell’Hudson River School. Arrivabene però non abbandona la figura, ma ormai si compiace anche solo dei flussi di colore, che diventano essi stessi forma.
Ecco perché questa mostra ha come tema l’alchimia. Albedo è il titolo della grande tela che fa da fondale agli altri dipinti: in essa vediamo un avvenire in atto, chiuso in un vortice di trasformazione, le iridescenze algide fanno intuire il motivo del titolo. Gli stessi riflessi si vedono anche in altri dipinti come “Il sogno di Asclepio”, “La grande opera”, “L’angelo sterminatore”, “Ea exit”, “Sacrum facere”: sono i bagliori della materia che brucia, riflessi siderali in via di evaporazione che nascono dall’attrito della materia, come nel rapporto sessuale.
L’alchimia dunque rappresenta la risposta alla ricerca dell’unità: l’Androgino, che nasce appunto dalla fusione degli opposti, è la quiete dopo la ricerca, la luce accecante dell’Albedo dopo la fase di Nigredo, ovvero della putrefazione, che qui è rappresentata da “Ea-Exit”. Questo dipinto può essere considerato il conclusivo di un ciclo vero e proprio dedicato ai sacri misteri eleusini, che hanno ossessionato Arrivabene dal 2010 ad oggi e che è diventato un vasto corpus di opere. Nel dipinto, l’ apparizione di Persefone porta con sé diversi richiami alla coppia sacra maschile e femminile Ades e Persefone, “metafora di morte e vita ed estremi della dualità che nell’arte alchemica rappresentano lo “sponsus” e la “sponsa” nella fase più oscura della nigredo”.
Ecco dunque che il chiarore che si diffonde nei quadri di questa ultima mostra di Arrivabene è anche al contempo il superamento di una fase che il pittore ha sublimato. E’ approdato ad una pittura di flussi, in cui le figure si rifiutano di figurarsi perché siamo oltre, è puro sentire. Questa è l’Alchimia: la Grande Opera è la pittura che consente il superamento della realtà materiale trascendendola in pura visione.
Agostino Arrivabene: Hierogamy
Cara Gallery 508 W 24th Street – New York, NY 10011
2 marzo – 16 aprile 2016
Albedo (detail), olio su lino 130 x 200
Atanor, 2015. 31 x 26
La grande opera ( l’alchimista ) 2016 olio su lino cm 250 x 150
L’angelo sterminatore .2016 olio su lino cm 200 x 170
La settima stanza ( estasi di Santa Teresad’avila) 2012 -2013 cm 166 x 121x 4
Ea exit 2014-2015 olio su lino cm 200 x 250
Mystai ( Demetra epopteia) 2012 olio su lino cm 120 x 90 x 4 Nube ch’avanza 2008 , olio su tela cm 80 x 100 x 2,5
1 Commento a “Agostino Arrivabene’s Hierogamy”
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