La Basilica dei Santi Carlo e Ambrogio al Corso è un trionfo del barocco romano. Come la Chiesa del Gesù, ma in modo diverso.
La sua magnificenza si deve all’intervento di Pietro da Cortona, il quale ne progettò la cupola e la decorazione in stucco della volta, intorno al 1669.
Ma l’intera decorazione interna si deve ad un altro artista: Giacinto Brandi, allievo del Lanfranco, il quale affrescò la volta, il catino dell’abside e i pennacchi della cupola. Non certo all’altezza di Gaulli, ma fu in grado di creare una totale unità tra decorazione a stucco, pittura e scultura, incarnando il principio barocco dell’unità delle arti, tutte unite allo scopo di meravigliare.
La chiesa nacque come punto di riferimento della Confraternita dei Lombardi, molto numerosi a Roma. L’influenza lombarda si vede nella scelta di un ampio deambulatorio dietro l’altare maggiore, volutamente ispirato all’architettura del duomo di Milano. La pala d’altare inoltre, opera di Carlo Maratti, rappresenta la “Gloria dei santi Ambrogio e Carlo”, stesso soggetto si ritrova nell’affresco del catino di Brandi.
Volta:
La volta presenta l’affresco di G. Brandi “La caduta degli angeli ribelli”, iniziato nel 1676 e concluso nel 1679. Il tema fu personalmente scelto dal cardinal Omodei, allora protettore della basilica e si colloca sulla scia delle grandi decorazioni di soffitto promosse da Innocenzo XI, in seguito alla vittoria dei cristiani sui turchi.
Nel catino absidale: San Carlo con gli appestati, G. Brandi, 1677-78
La caduta degli angeli ribelli, Giacinto Brandi, 1677-78
Altare della Madonna:
Cappelle laterali:
La cosa più bella della chiesa sono, secondo me, questi affreschi coloratissimi e di autori diversi sulle volte delle navate laterali, di gusto quasi settecentesco.
Predica di san Barnaba, Pier Francesco Mola, 1652. Commissionata dal Cardinale Omodei e originariamente collocata nella cappella della Sacra Famiglia.
Cappella della Sacra Famiglia:
Mi ha colpito subito la decorazione di questa cappella per un inconfondibile gusto neo-medievale. La cupola a monocromo, con foglie di alloro dipinte e le pareti sono decorazioni datate alla fine dell’ottocento. Non si conosce l’autore degli affreschi. Originariamente la cappella era dedicata a San Barnaba, poiché qui si trovava la pala di Mola, poi fu chiamata della Sacra Famiglia per il quadro di Angelo Zoppoli, in stile purista.
La Sacra Famiglia, Angelo Zoppi, date unknown
Altare centrale:
Sull’altare centrale è posta la pala di Carlo Maratti raffigurante la “Gloria dei santi Ambrogio e Carlo” e datata alla tarda attività del pittore, come sembrerebbero confermare le diverse mani in essa riconoscibili.
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