Il Museo Cognacq-Jay è un bellissimo esempio di casa museo che raccoglie in particolare opere del XVIII secolo. La collezione fu messa insieme tra il 1900 e il 1925 da Ernest Cognacq e sua moglie Marie-Louise Jaÿ, proprietari del celebre grande magazzino francese La Samaritaine. Visitare questo museo significa quindi non tanto addentrarsi nell’originale gusto d’epoca settecentesca, ma ciò che di quell’epoca piaceva ai proprietari. Rappresenta dunque uno studio sul gusto della ricca borghesia di inizi ‘900.
Ernest Cognacq aveva umili origini, comincia a lavorare nei grandi magazzini francesi ed è proprio in uno di questi, La Nouvelle Héloïse, che incontra la sua futura moglie Marie-Louise Jaÿ. Dopo varie sfortune, i due riescono a fondare un grande magazzino in proprio, che chiamano Au petit bénéfice. Riescono dopo molto lavoro ad avere buoni profitti e comprano così una boutique, La Samaritaine. Nel 1883 Ernest Cognacq incontra l’architetto belga Frantz Jourdain (1847-1935), uno dei promotori dell’Art Nouveau e dell’architettura in ferro. Sarà lui a dare a La Samaritaine un aspetto più alla moda e il magazzino diventa in breve uno dei più ricercati di Parigi. Lo stesso architetto si occuperà anche dell’hôtel particulier dei Cognacq, situato al 65 di Avenue du Bois de Boulogne (attualemente avenue Foch) e poi, nel 1905, della costruzione del secondo negozio La Samaritaine, che aprirà nel 1910 e sempre in stile Art Nouveau.
I due coniuigi, in mezzo a tanta ricchezza, come ogni buona famiglia borghese non dimenticano la beneficenza, creando nel 1916 la Fondation Cognacq-Jay la quale comprendeva: una casa di riposo, una casa di cura, un centro di apprendimento, un ospedale di maternità e un orfanotrofio. Ma ancora più attivi i due Cognacq si dimostrano nel ruolo di mecenati: Ernst finanzia la creazione di un museo di storia locale dell’ l’Île de Ré nel 1907; mentre Marie-Louise fece costruire Jaÿsinia, giardino botanico alpino situato nella sua città natale di Samoens (Haute-Savoie). Il loro migliore risultato però l’ottennero proprio nella collezione di opere d’arte del XVIII secolo, raccolta di cui lo stesso Ernst andava molto orgoglioso, vantandosi di non aver mai messo piede nel Louvre, come se dovesse il suo gusto artistico ad una personalissima educazione. In realtà la collezione rispecchia un tipo di gusto alquanto stucchevole con preferenza per soggetti frivoli, molto decorativi e, per l’epoca in cui furono raccolti, anche abbastanza fuori moda. E’ proprio questo che rende questa collezione decisamente interessante per noi oggi.
Alla sua morte, nel 1929, Ernest Cognacq donò la collezione, che si trovava al 25 di Boulevard des Capucines, alla città di Parigi . Nel 1990 fu trasferita all’Hôtel Donon ovvero l’attuale sede. Il museo contiene dipinti e oggetti che vanno dalle ceramiche cinesi ai gioielli, alle tabacchiere, agli orologi e dipinti di Louis-Léopold Boilly, François Boucher, Canaletto, Jean-Siméon Chardin, Jean-Honoré Fragonard, Jean-Baptiste Greuze, Maurice Quentin de La Tour, Sir Thomas Lawrence, Hubert Robert, Giovanni Battista Tiepolo e Jean-Antoine Watteau; sculture di Jean-Antoine Houdon, Jean-Baptiste Lemoyne e Jacques-François-Joseph Saly. Pochi ma pregevoli gli oggetti del 1600, rappresentato da due dipinti di Rembrandt, mentre il 1800 è rappresentato da opere di Camille Corot, Paul Cézanne e anche Edgar Degas.
J. H. Fragonard, Portrait présumé de Mme de Norinval, 1790
Elisabeth Vigee-Lebrun, Portrait de femme, 1775
F. H. Drouais, Portrait dit d’Alexandrine Lenormant d’Etioles, Marquise de Pompadour’s daughter.
François Boucher, Portrait of the artist’s daughter. circa 1760
Adélaïde Labille-Guiard, Portrait présumé de Philiberte-Orléans Perrin de Cypierre, Comptesse de Maussion. 1787
Jean-Honoré Fragonard, L’Amour en sentinelle.
Jean-Honoré Fragonard, Perrette et le pot au lait
Attribué à Jean-Honoré Fragonard, Jeune garçon au chapeau de plumes
Sir T. Lawrence, Portrait présumé de la princesse Clémentine de Metternich. 1818
Deux jeunes faunes
Some of the works:
Jeanne Louise Vallain dite Nanine, Portrait d’une femme tenant au agneau. 1788
Rembrandt, L’anesse du prophète Balam, 1626
Jean-Baptiste Huet, La Laitière, 1626
Attribué à Marie-Louise-Elisabeth Vigée-Lebrun, Portrait d’une danseuse. 1780
Jean Baptiste Greuze, Le Prière du matin
Giovanni Battista Tiepolo, Le banquet de Cléopâtre, vers 1742-1743
François Boucher, Le Repos des nymphes au retour de la chasse, 1745
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