“L’Arte mi permette di esternare i miei lati più oscuri”
Agostino Arrivabene
Sono le 3 di un pomeriggio invernale di fine febbraio. Incontro Agostino Arrivabene che mi viene gentilmente a prendere alla stazione vicino Pandino, dove vive. A guardarlo sembra un corsaro romantico e bizzarro, con il suo soprabito lungo a bottoni oro e un berretto a punta su cui ha messo un ex voto. Mentre ci dirigiamo verso la sua casa, il suo studio, vedo a perdita d’occhio, fuori dal finestrino, una pianura infinita e verdissima da cui spuntano i rami secchi e spogli dei pioppi.
Era da tanto che volevo visitare di persona lo studio di questo pittore da me tanto amato. Così, quando entriamo in casa, si rivela a me l’antro dell’artista. Un rifugio, un nido, uno scrigno di oggetti curiosi e di dipinti che si dispongono nella casa così come lui stesso ha voluto, lui che ama le simmetrie. Mentre mi conduce nelle varie stanze, spiegandomi ora questo ora quell’oggetto o dipinto io mi accorgo che tutto è collegato perché uno è l’artista una la visione, meglio la devozione che lega ogni scelta e ogni oggetto, dagli esotici souvenir di viaggio ai teschi di vari animali. “Per me la morte non è un tabù”, mi dice e poi va ad accendere l’incenso che si sparge per tutta casa.
Avevo già parlato in passato dell’ammirazione estrema per l’arte di Agostino Arrivabene, un pittore unico nell’arte contemporanea non solo perché tecnicamente ha raggiunto una perfezione strabiliante (ché oggi dipingere bene non è poi così scontato) ma soprattutto un pittore che esprime qualcosa tramite la figura. E questo in un epoca di performance, installazioni, pseudosculture, è già di per sé un miracolo. Io gli dico che non stupiscono questi artisti dalle trovate sensazionali, anzi annoiano e che oggi la vera novità è il passato. “Credo che quello che faccio io è più rivoluzionario” mi dice quasi ingenuamente, “poi non saprei gli altri, ma io nell’Arte ho sempre cercato qualcosa di diverso, l’arte mi è sempre servita per sublimare episodi della mia vita. Per me l’arte è vita”. Eccolo il nesso magico, l’artista che veramente vive della sua arte perché non ne può fare a meno: “per me la fase iniziale di un dipinto è quella di scontro. Il disegno, per esempio, è il contatto più diretto con la visione, esce direttamente da me senza intermediari. Per questo sono gelosissimo dei miei disegni”.
Quando parla dei suoi miti greci preferiti si anima, ne è meravigliato sentitamente, così come gli oggetti che ha raccolto, lui li ha conservati per lo stupore che gli suscitano. Poi mi offre il tea affianco ai baci di dama che compra sempre dal suo pasticcere preferito. Si parla dei progetti futuri, in particolare ultimamente è attratto da creazioni scultoree, mi dice, e ha avuto un’idea per delle pitture su uova di struzzo: “piccoli oggetti curiosi e meravigliosi, che nasconderanno visioni segrete”, mi confessa e mentre sfoglio il catalogo della sua ultima mostra “Vesperbild” mi rivela un piccolo segreto dell’opera Peana che io sto guardando assorta, perché mi ricorda l’Estasi di Santa Teresa del Bernini. Mi dice “Vedi questi fiori, sono fiori di muffa che crescono su un corpo che è morto. In realtà ho coperto tutto il dipinto di un colore creato da muffa vera”.
Io penso, come ha scritto Pietro C. Marani nel catalogo Vesperbild “che mai in pittura, forse, dopo i Preraffaelliti si è raggiunta una tale eleganza e sottigliezza” collegando nello stesso sentire la vita, la morte, l’arte e il sogno, l’effimero e l’eterno. Non è un caso che i pittori di riferimento di Agostino siano Edward Burne Jones, Gustave Moreau e Durer e Leonardo. Insomma un alieno ai giorni d’oggi, ma questo suo essere fuori le correnti, le mode lo pone in qualche modo in una dimensione diversa: “Quello che cerco di fare io è non dipingere mai solo per il mio tempo, io dipingo per coloro che verranno nei secoli successivi”. Ed è in un pittore come lui che io riesco a vedere qualche speranza per l’arte contemporanea.
Sala lettura (studiolo):
The reading room (little office):
Questa è la prima stanza che si incontra dopo la cucina ed ha una funzione di sala lettura o studiolo che precede la sala vera e propria. Al centro c’è il tavolo di lettura con i libri così come all’angolo vicino alla finestra, dove Agostino ama leggere alla luce del giorno. Sulle pareti sono appese sue opere e disegni o vecchie stampe che illustrano i suoi miti greci preferiti come Ciparisso o Saffo.
This is the first room one enter after the kitchen and it serves as a reading room – office before entering the living room. In the centre there is a table with books, in the corner near the window Agostino likes to read in daylight. On the walls are hanging his own paintings or old prints representing some of his most loved greek myths such as Cyparisso or Sappho.
“Tutte le cose in questa casa sono state così disposte da me. Come si può vedere amo la simmetria e non riesco a vedere le cose in modo asimmetrico.”
“All the things in my house have been displayed by me. As you can see I love symmetris and I can’t stand things in asymmetrical order, that’s why everything is perfectly balanced.”
“Al centro del tavolo ho messo una scultura-rocaille di Pieter von Balthasar, forse uno degli ultimi artisti viventi creatori di object de curiosité. Il copricapo di piume viene dall’America centrale e ho pensato che ci stava bene. A volte ho questi tocchi dannunziani-kitsch. Questi seni di gomma invece li ho comprati recentemente”.
Più tardi Agostino accenderà su questo tavolo l’incenso, come usa fare ogni giorno.
“On the centre of the table you can see a rocaille sculpture by Pieter von Balthasar, maybe one of the few existent artists of objet de curiosité. The feathered headpieace is a native american one, I thought it was nice to put it on that head. Sometimes I’ve got a kind of dannunziano-kitsch touch. I’ve recently bought the plastic boobs from a antique market.”
Later in the afternoon, like every day, Agostino light incense in this corner.
Salotto:
Living room
Le pareti della sala sono, come quelle del piccolo ufficio, rosse. Tutto il piano terra ha un tono cupamente rossastro. Questa è la stanza più piena di oggetti come strani souvenir, objet de curiosité, vecchi ricordi, foto e ovviamente dipinti di Agostino stesso. Al centro della sala c’è una scala a chiocciola, un ovvio omaggio alla casa di Gustave Moreau a Parigi dove Agostino si recava spesso: “Moreau è uno dei miei artisti preferiti di sempre, insieme a Burne Jones e Durer”.
The wall of the living room are, like the ones of office, red. All the base floor is dark and reddish. This room is the most filled one with souvenir from travels, objet de curiosité, old things, photos and of course Agostino’s paintings. The room hosts in its centre a spiral staircase which leads to the second floor with the studio. The spiral staircase is an obvious homage to Gustave Moreau’s home in Paris where Agostino used to go very often in his past. “Moreau is one of my favorite artist ever, along with Burne Jones and Durer”.
” Questi sono teschi in cera, abbozzi di sculture che sto pensando di realizzare. Uno è un teschio congiunto, l’altro come vedi è ammaccato da una parte perché l’ho colpito io stesso”.
“These wax red skulls are my first attempt to do a sculpture. One is a conjoined skull and the other one is a wax model but, as you can see, is bruised because I punch it.”
“Questo è un copricapo cinese tradizionale. Spesso compro copricapi durante i miei viaggi”
“This is a tradicional chinese headpiece. I often buy headpieces during my travels.”
“Ho creato io stesso questa Chimera (sulla destra). Un giorno trovai un uccello morto nella campagna qui vicino e ho pensato che era bellissimo. Così ho usato le sue ali e le sue zampe e le ho unite ad un altro teschio in modo da creare un mostro. [Indicando il calco dei denti poco dietro] questi sono i miei denti e, sotto vetro, ci sono due coppie di gemelli da polso”
“I created myself the Chimera [on the right]. One day I found a bird dead here in the countryside. I thought it was beautiful so I used its wings and paws to add to another skull in order to create this monster. [Poiting out the teeth cast behind] those are my theet while you can see under the glass a set of cuff links.”
“Mi è venuta l’idea di creare dei gemelli da polso partendo proprio dalla parola GEMELLI che mi ha fatto pensare alla storia di Castore e Polluce. La concezione è mia, ma li ha realizzati il gioielliere Mirco Baroso. Sono fatti di avorio fossile, rubini, diamanti, oro e alluminio anodizzato”.
“I had the idea of creating cuff links starting from the word “GEMELLI” [in italian cufflinks is said “gemelli” that means also twins] and I thought about the myth of the twin brothers Castor and Pollux. I had the idea of those skulls on a pillow and the jewellery maker Mirco Baroso realize them. They are made of fossil ivory, rubies, diamonds, gold and aluminium”.
“Comprai questi curiosi copricapi a Parigi, ma sono tibetani e venivano indossati dai bambini, rappresentano mostri. Anche questo insetto sotto vetro viene da Parigi, l’ho comprato da Deyrolle, un negozio che mi piace moltissimo. Questo invece [il piccolo teschio sull’estrema destra] lo uso come posacenere.”
“I bought these colourful headpieces in Paris, but they are old tibetan hats for childrens, they represent monsters. This insect under glass comes from Deyrolle, I shop that I love. This [the little skull on the right] is my ashtray”
“Questo è l’angolo che io chiamo “Fallarium” per via del fallo in legno e per questa pietra che ha la forma vagamente somigliante ad un fallo. In alto c’è una lampada in cui ho messo le radiografie del mio stesso collo, dopo un incidente. Sotto la campana di vetro puoi vedere due piccoli teschi: il più piccolo è quello di un corvo che un giorno il mio gatto uccise e mi portò tempo fa e io tenni il teschio. Per me la morte non è un tabù. Tempo dopo il mio gatto morì così ho messo il suo teschio sotto quello del corvo che lui stesso uccise. Adesso sono insieme nella morte per sempre.”
“This is what I call the “Fallarium” as you can see here the wooden phallus and also this kind of phallus-shaped stone. On the corner you can see a lamp where I put the X ray of my own neck, after a bad accident I had.
Under the glass you can see two little skulls: the little one is the skull of a crow my cat killed and offered to me time ago, so I decided to keep the skull. To me death is not a taboo. Few time later my cat died and so I put his skull under the crow skull he himself killed. So now they are connected forever in death.”
“Lui è Gianfranco Grechi, una delle prime persone a credere in me. Era un grande bibliofilo, fu curatore del fondo di manoscritti stendhaliani a Palazzo Sormani a Milano. Un erudito e forse uno degli ultimi eleganti dandy dei nostri tempi, mi commissionò una serie di ex libris, oltre alla prima personale pubblica di disegni ed incisioni originali a Milano nel 1995. Morì nel 2000.”
“He is Gianfranco Grechi, one of the first person to believe in me. He was a bibliophile, curator of the stendhalian manuscripts books at Palazzo Sormani in Milan. An erudite, a kind of elegant dandy of nowdays who commisioned to me a series of ex-libris and my first personal exhibition of drawings and engravings in Milan in 1995 . He died in 2000.”
“Il serpente impagliato è un regalo di amici”
“The snake is a gift from friends”
“Queste due porcellane a forma di conchiglia rette da corallo sono di epoca liberty. Venivano usate a tavola per tenere i cucchiani da dessert nel ghiaccio, in modo da mantenerli freddi.”
“These two porcelain shells on coral are from the 20’s. They were used to put ice in order to keep dessert-spoons cold”
“Ecco il tea!”
“The tea is served!”
“Questa è una ruota birmana, antichissima, recuperata dal terreno e consunta dal tempo. Sullo stesso tavolo ho accostato dei giocattoli in plastica, questo sì è un piccolo angolo kitsch”.
“This is an ancient Burmese wheel, saved from the ground and consumed by time. As you can see I created here a kitsch corner with childish plastic toys”
“Questo dipinto era nato come mio autoritratto, ma più andavo avanti a dipingere più il viso rimaneva un mistero per me, non sapevo come poteva apparire. Poi ho realizzato che in realtà non aveva volto, era condannato all’Oscurità. Lui è Lucifero, che significa portatore di luce. Ecco perché gli accendo sempre una candela. Lui assorbe la luce. Non potrei mai vendere questo quadro, è come il mio ritratto di Dorian Gray.”
“This was born to be my selfportrait but the more I was painting the more the face remained a mistery to me, I didn’t know how it could look like. Then I understood that there was no face, he is condemned to Darkness. He is Lucifer, that means, bearer of light. That’s why I always light a candle to him. He absorbs light. I will never sell this painting, it’s like my portrait of Dorian Gray. ”
“Sull’altare sottostante ho messo uno dei miei primissimi dipinti di quando avevo 13 o 14 anni. Allora ero molto influenzato dai Preraffaelliti. Ho pensato che era connesso in qualche modo a Lucifero perché, come vedi, avevo dipinto una luce al centro.
Su un lato invece ho messo questa sorta di vaso di bronzo che ho comprato da un antiquario qui vicino. All’interno ho messo un uovo di struzzo a cui ho aggiunto una coda fatta di capelli umani.”
“On the altar below I put one of my very first painting of when I was 13 or 14. You can see I was very influenced by Preraphaelites. I thought it was connected to Lucifero because, you see, I painted a light in the centre.
At one side of the altar I put this bronze vase I found in an antique dealer from here. I put inside it a ostrich egg to which I add a ponytail of human hair.”
Lo Studio:
the Studio
Sul primo piano ci sono lo studio vero e proprio, il gabinetto dei disegni, il bagno e la camera da letto. Sono tutti in rosso tranne la camera da letto, che è celeste. Il bagno e il gabinetto dei disegni hanno anche dei decori in stile pompeiano.
On the first floor there are the studio, the drawings cabinet, the bathroom and the bedroom. They are all red except for the blue bedroom. The bathroom and the drawings cabinet have pompeian decoration.
“Qui è dove accade l’Arte. Dipingo molto durante la notte. Sul cavalletto puoi vedere il mio ultimo dipinto, che però è ancora da finire”.
“This is where Art happens. I paint a lot at night, on the easel you can se my last work still to be finish.
“Sulla parete ho appeso un ritratto che mi ha fatto Marco Mazzoni”
“On the wall a representation of me by Marco Mazzoni”
“Sul tavolo ci sono due dipinti speculari, sono stati dipinti su due sezioni di un tronco di un albero. Ho sfruttato i segni circolari del tronco per rappresentare la luce. Sopra invece c’è un altro dipinto su legno, è il frutto della mia fascinazione per una figura che ho visto nel quadro “Ritratto di Luca Pacioli”.”
“On the table there are two specular paintings on wood, actually they are on two sections of a tree. I had the idea of representing light following the circles of the tree. On the top you can see another wood panel where I painted a geometrical figure I saw in the painting “Portrait of Luca Pacioli”.
Gabinetto dei disegni:
drawings cabinet
Questa è la stanza dove Agostino di solito disegna per via della luce. Qui ha raccolto e ha appeso anche molti suoi disegni, come gli ex libris, vecchi lavori giovanili e pitture da finire. C’è anche una piccola libreria e, appeso al muro, uno dei suoi dipinti più importanti “I sette giorni di Orfeo”.
This is the room where Agostino prefer to draw because of the light. He collected here all his drawings of ex libris, old accademia works and paintings in work in progress. Here there is also a little library and one of his own most important painting “The seven days of Orpheus”.
“I sette giorni di Orfeo è, con Lucifero, uno dei dipinti che non mi sentirei mai vendere. E’ pieno di simbolismo, è stato un lavoro enorme. Orfeo piange perché ha perso la sua amata, ma sta ancora cantando mentre le rose lo baciano e, allo stesso tempo, lo feriscono facendolo sanguinare. In questo dolore, suonare, è tutto quello che gli rimane. L’arte, intendo, è ciò che lo salva.”
“The Seven days of Orpheus is, along with Lucifer, one of the painting I will never sell. It’s full of symbolism, I’ve put all my effort in it. Orpheus cries because he lost his love forever, but he still sings and while singing roses kisses him and at the same time hurt him and make him bleed. In this pain, the Lyre – playing- is all he has, Art I mean, it’s what saves him.”
The Seven days of Orpheus, 1996 (detail)
Camera da letto:
bedroom
La camera da letto è dipinta in un angelico tono celeste. Anche qui ci sono due dipinti importantissimi di Agostino “I figli della notte”, proprio di fronte al letto, e “Atena”, sul cavalletto vicino la finestra. Ai lati del letto ci sono due altarini religiosi.
The bedroom is in an angelic light blue tone. Here are two of Agostino’s more important paitings: “The sons of the Night”, just in front of the bed, and “Atena” on a easel near the window. At both side of the bed there are two religious altars.
“The sons of the Night”, 1993 (detail)
“The sons of the Night”, 1993 (detail)
Oculus Dei (machina mistica)
“Questa specie di machina l’ho creata recentemente, non è ancora mai stata esposta. Si chiama Oculus dei, occhio di dio.”
“This is a kind of machine I created recently, it’s still never been exposed. It’s called Oculus dei, that means eye of God”.
“Questo è stato il mio primo tentativo di dipingere un trittico”
“This is my really first attempt to paint a triptych”
“Ho messo una moneta sopra questo piccolo teschio perché, si sa, Caronte chiede sempre un pagamento. Lo stampo dei denti dietro è mio. “
“I put a coin on this little skull, because as you know Charon always asks for a payment. The theeth cast are mine.”
On the wall in front of the bed there is the paiting “Sons of the Night” and a work by Marco Mazzoni. On the easel “Atena”.
“Atena è uno di quei primi dipinti ai quali sono ancora troppo affezionato da poter pensare di venderlo. E’ più o meno dello stesso periodo di Orfeo e Lucifero. Ci ho lavorato moltissimo, spesso uso lenti di ingrandimento per dipingere micro dettagli. La mia ispirazione è sempre la Natura. Per esempio, questi uccelli sopra la testa della dea, altro non sono che calchi di vere ali di uccello. Seguivo il tracciato, poi le coloravo.”
“Atena is one of those first paitings I am t still too attached to let them for sale. It is from the same period of Lucifer and The seven days of Orpheus. I worked like crazy to paint all the micro details, sometimes I used magnyfing lens. My inspiration has always been nature. For example those birds on the head of Atena has been painted copying a real wing of a dead bird I found one day. It’s like a cast from Nature.”
Atena, 1996 (detail)
Studio estivo:
summer studio
“Sul camino ho appeso il mio dipinto del 1991 Crocifissione. Forse è uno dei miei primi lavori davvero completi e già racchiudeva tutti i temi dei miei lavori futuri.” Ho detto ad Agostino se si potesse chiamare dipinto programmatico e lui mi ha risposto che in effetti poteva esserlo.
“On the fireplace you can see my painting “Crucifixion”, 1991. It is one of my very first work but it already had all the themes of my future paintings. ” So I said to Agostino that we can call it a kind of programmatic work, a manifesto of his Art and he said yes, it could be.
“Questo purtroppo è rimasto incompleto perché si rovinò il supporto. Forse riprenderò questo motivo, ho rappresentato Saffo.”
“This is an incomplete paiting, I couldn’t go on because the panel ruined but I think I have to try again. It represents Sappho”.
1 Commento a “In the studio of the artist: Agostino Arrivabene”
—-SO INCREDIBLE TO EXPERIENCE !!!
—- THANK YOU VERY MUCH !!!
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